Il Sabato del pentimento

“Zekhor jemot ‘olam binu shenot dor wador, sheal avikha we jaghedkha zeqenekha we jomerù lakh – ricorda i tempi antichi, comprendete i gli anni dei secoli trascorsi; interroga tuo padre e ti racconterà i tuoi vecchi e te lo diranno”. È uno dei forti ammonimenti che Moshè, nel suo ultimo discorso, prima di morire, rivolge al popolo.
Quante volte sentendo parlare gli anziani che raccontano le loro vicissitudini, abbiamo sbuffato dicendo loro: “Erano altri tempi”!
Oggi più che mai, invece, abbiamo il dovere di ascoltare i loro racconti e le loro testimonianze; prima che sia troppo tardi.
Questo Shabbat è chiamato “shabbat teshuvà”, il sabato del pentimento, del ritorno; poiché è quello che precede il grande giorno di Kippur. Esso prende il nome dall’inizio della haftarà “shuva Israel”.
Uno dei princìpi della teshuvà è quello di sottomettersi agli insegnamenti delle persone anziane, per raccogliere da loro esperienza e attribuire loro un degno kavod.
Uno dei princìpi della Torà è quello di studiare e conoscere attraverso le domande da porgere, a chi è più vecchio di noi. Quindi, come insegna Moshè rabbenu:”Sheal avikha we jaghedkha zeqenekha we jomerù lakh”.

Rav Alberto Sermoneta, rabbino capo di Bologna

(25 settembre 2020)