Israele, lockdown anche dopo le feste
Non basterà chiudere fino a Simchat Torah (tra dieci giorni), l’intera Israele dovrà rimanere in quarantena anche oltre. È la previsione del ministro della Sanità Yuli Edelstein, che, a fronte del numero ancora elevato di contagi, si dice certo che il lockdown dovrà durare più di quanto anticipato. “”Non c’è alcuna possibilità che l’isolamento venga revocato in una settimana e mezza, subito dopo Simchat Torah. Non c’è uno scenario in cui tra dieci giorni potremo dire ‘Tutto finito, tutto bene’”, il commento ai media israeliani di Edelstein. Una notizia che non arriva come una sorpresa per gli israeliani ma che testimonia la difficile situazione che sta vivendo il paese. Le vittime per coronavirus hanno superato quota millecinquecento in tutto, cinquecento nelle ultime tre settimane. Dopo aver gestito bene la prima ondata, Israele ha aperto le scuole e la sua economia, ma questo ha generato un progressivo aumento nei contagi. Si è passati dalle decine alle migliaia nel corso di poche settimane, con un picco pochi giorni fa di undicimila contagi in 24 ore.
L’obiettivo ora delle autorità israeliana è ridurre l’infezione in linea con la raccomandazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ovvero di avere un tasso di positivi ai test tra il 3% e il 5%. Attualmente il numero è decisamente più alto: tra il 13% e il 15% delle persone testate sono risultate positive al Covid-19. “Siamo stati colti impreparati”, ha ammesso il ministro della Difesa Benny Gantz. “Non abbiamo risposto in modo adeguato, ma anche questa volta vinceremo”, il suo commento alla vigilia di Kippur. Passata la solennità, il Primo Ministro Benjamin Netanyahu ha inviato un messaggio agli israeliani, spiegando che il governo sta lavorando al rafforzamento del sistema sanitario nazionale in modo da poter accogliere circa 1.500 pazienti gravi entro il 1° ottobre.