Ebrei in Puglia dopo la Shoah,
il giardino che racconta l’accoglienza
Attivo dal 1944 al 1947, il campo di accoglienza di Santa Maria al Bagno, frazione del Comune pugliese di Nardò, accolse diverse migliaia di sopravvissuti alla Shoah. Un luogo in cui poter tornare a coltivare la speranza, in cui poter impostare un progetto di vita dopo le indicibili sofferenze attraversate. Per tanti di loro quel progetto si chiamava Israele.
Quella consumata sul lungomare di Puglia fu anche una bella storia di solidarietà che vide molti locali stringersi a quei profughi di passaggio. Tra le iniziative più significative intraprese per valorizzarla il Giardino della Memoria e dell’Accoglienza istituito alcuni anni fa dal professor Pierluigi Congedo, docente di diritto alla Luiss di Roma e al King’s College di Londra: uno spazio verde realizzato in un’area precedentemente destinata a parcheggio dei camper.
Qualche settimana fa l’apposizione di una targa commemorativa ha rappresentato una nuova tappa in questo percorso di consapevolezza. L’idea di creare il giardino, racconta Congedo, coincide con la scomparsa, nella primavera del 2010, di Ottfried Weisz, viennese, sopravvissuto alla Shoah, “cui dedicai la prima agave a bordo campo nel settembre/ottobre di quello stesso anno, prima di tornare a Londra per terminare il mio PhD in diritto antitrust al King’s College”. Weisz perse a tredici anni dodici membri della sua famiglia inclusi padre, madre e sorella, ad Auschwitz, visse a Santa Maria al Bagno dal 1945 al 1947, qui trasferito dalla Croce Rossa internazionale presso il campo profughi dell’Unrra creato requisendo le case estive delle famiglie del luogo (compresa quella della famiglia Congedo, in cui furono ospitati in quel periodo centinaia di persone).
“L’amicizia di cui mi ha onorato, di cui ha onorato Santa Maria al Bagno – sottolinea l’accademico – non è un fatto tra privati di un turista qualsiasi. Genera un legame di riconoscenza per i valori che nella sua visita ci trasmise”. Un legame testimoniato dallo stesso Weisz in una sua visita del 2004 durante la quale, ospite dei Congedo, tenne una conferenza nell’istituto tecnico di Galatone alla presenza di centinaia di studenti e rilasciò una toccante intervista presso una tv locale. Weisz tornò poi a Santa Maria al Bagno da Boston in occasione del conferimento della Medaglia d’Oro alla Città di Nardò nel 2005 da parte dell’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
Il giardino è stato visitato, in questi 10 anni, da centinaia di persone. Un piccolo gioiello che Congedo sta cercando di tutelare dal rischio che quell’area, così significativa e simbolica, venga destinata in futuro ad altro uso. Intenzione del sindaco Pippi Mellone sembra infatti quella di destinarne una porzione a terminal passeggeri di un futuro idroscalo di collegamento con le isole greche. Il primo cittadino, formatosi in ambienti di estrema destra, ha smentito un depotenziamento del sito e asserito via social: “Il Giardino della Memoria oggi è un’opera spontanea, realizzata in memoria di un rapporto tra privati, ma è un’idea interessante e nelle nostre intenzioni diventerà un luogo d’incontro tra comunità. In più, sarà finalmente pulito e curato periodicamente”. Mellone, in modo scomposto, ha poi accusato Congedo di difendere “un interesse privatissimo: il panorama della sua bella casa vista mare, che lui evidentemente ritiene possa essere minacciato da qualcosa di diverso dal Giardino della Memoria”.
Accusa che Congedo smentisce categoricamente: “Non ci sono quindi elementi che possano in alcun modo sottintendere un interesse personale (legame tra la famiglia Weisz e il sottoscritto, dal momento che dal 2010 non ho più alcun contatto con i discendenti di Weisz), o economico (salvaguardia della vista mare…), alla sopravvivenza del Giardino delle Memoria”.
“Da accademico e libero professionista – aggiunge Congedo – non ho appartenenza politica. Al contrario il sindaco ha più volte preso pesanti prese di posizione. In occasione della festa del 25 aprile ha chiesto addirittura lo scioglimento dell’Anpi di Lecce, con frasi riportate dalla stampa nazionale. Proprio per questo motivo un sindaco repubblicano dovrebbe identificare, su 20 chilometri di costa, un altro punto per installare un manufatto di attrazione ludico-turistica che non ha nulla a che vedere con un sito di meditazione sulla ricostruzione post bellica come il Giardino della Memoria”. Si chiede inoltre il professore: “Perché modificare la destinazione di un giardino dedicato alla memoria dei rifugiati del 1945, in un momento storico in cui la memoria è sotto assedio da ogni genere di movimenti di destra ed estrema destra?”.
(Nell’immagine la prima agave del giardino, posta nel 2010 in ricordo di Ottfried Weisz)
(30 settembre 2020)