Macron contro
il separatismo islamista

Tutta presa a guardarsi l’ombelico costituito dalle stucchevoli diatribe nazionali che girano intorno alla crisi dei 5 Stelle o all’ultima esternazione di Salvini, la stampa italiana, con qualche eccezione, non ha dato il risalto che meritava al progetto di legge sul separatismo proposto dal presidente francese Emmanuel Macron che, con l’occasione, ha anche lanciato il suo nuovo slogan: “La Rèpublique en actes”. Si tratta di un progetto di legge presentato per adesso nelle sue grandi linee che non è ancora giunto allo stadio di un articolato ben definito: viene previsto un iter piuttosto lungo che dovrebbe portare all’approvazione della legge alla metà del 2021. Tuttavia il fatto stesso di averlo annunciato segna un momento importante nella lotta per riportare la Francia alla sua ispirazione laica e repubblicana.
In cosa consiste lo spirito ispiratore della legge? Nel tentare di contrastare tutte le forme di separatismo (in primo luogo quello islamista ma non solo: anche quella dei suprematisti bianchi è una forma di separatismo) che tendono a mettere in discussione di fatto l’unità della Repubblica e la condivisione di alcuni valori laici che dalla legge del 1905 sulla separazione tra Stato e Chiesa costituiscono il terreno comune che unisce (o dovrebbe unire) tutti i francesi. Non a caso il periodo di Vichy, che ripudiò questi valori, è stato vissuto come una parentesi da cancellare in fretta, anche se in seguito sono emerse le compromissioni di tanti francesi, in particolare per quanto riguarda l’antisemitismo.
In effetti in Francia (ma anche in altri Paesi europei) sono cresciute negli anni vere e proprie isole territoriali all’interno delle quali non valgono tanto le leggi della Repubblica quanto la shari’a e le consuetudini islamiche. Il progetto di legge fa riferimento ad alcune di queste consuetudini, dai certificati di verginità alla pratica della poligamia, ma il nodo sul quale sembra accentrarsi l’attenzione del progetto è quello della formazione dei giovani e quindi della scuola. Secondo molti commentatori le scuole coraniche sono luoghi dove si effettua un vero e proprio lavaggio del cervello dei giovanissimi. Per questo il progetto prevede una drastica limitazione alla pratica dell’educazione familiare che significa di fatto la consegna della formazione dell’infanzia a predicatori dalla dubbia fedeltà alla Repubblica. A partire dai tre anni tutti i bambini dovranno frequentare le scuole pubbliche e ricevere un’educazione di base improntata ai valori della Repubblica.
La Francia è stata da sempre terra di minoranze e, a partire dalla fine delle guerre di religione, ha accettato che sullo stesso territorio convivessero confessioni diverse purché tutte rispettassero le leggi dello Stato e, in particolare, a partire dall’inizio del XX secolo, il principio della laicità dello Stato stesso. Questo principio è stato fatto proprio senza riserve mentali dalle due principali minoranze religiose, protestante ed ebraica. Il principio è stato di fatto messo in discussione con la crescita dell’immigrazione islamica che, se per una parte ha saputo integrarsi per un’altra ha sviluppato quella tendenza a costituirsi come società separata, la tendenza che il progetto di legge si propone appunto di combattere. Come abbiamo detto, il percorso si annuncia lungo e non facile; ma il fatto stesso che il problema sia stato individuato e posto all’attenzione dei legislatori può costituire un esempio per tutta l’Europa.

Valentino Baldacci

(8 ottobre 2020)