Gli allievi dopo la tempesta

Solitamente gli insegnanti tendono a rimpiangere gli allievi del passato, che erano tanto bravi, studiosi, informati, intelligenti, ecc. mentre quelli del presente sono sempre più ignoranti, leggono poco, non sanno scrivere, mancano delle competenze di base, e via dicendo. Quest’anno non è stato così: in tutti i Consigli di classe a cui ho partecipato emergevano quadri positivi delle classi, anche da parte di chi era già stato loro insegnante negli anni precedenti.
Ho il sospetto che ci siano di mezzo il virus e il lockdown: non sono tanto i ragazzi a essere improvvisamente migliorati (anche se c’è chi sottolinea quanto siano maturati in questi ultimi mesi), ma siamo noi che dopo essere stati sei mesi lontani da loro, e con la prospettiva tutt’altro che remota di un nuovo lockdown, abbiamo imparato ad apprezzarli di più. Si notano anche una sorta di complicità e solidarietà derivate dall’aver affrontato la pandemia insieme, o, se non altro per esserci trovati tutti nelle stesse condizioni nel medesimo periodo. Mi pare che questo clima positivo (anche se figlio d’affanno) si rifletta anche nei rapporti tra gli insegnanti. Chissà se si diffonderà anche dalle nostre parti.

Anna Segre

(9 ottobre 2020)