Oltremare – Rivoluzionari
In queste settimane si parla molto in Israele del volume e della presunta pericolosità (come veicolo di contagio) delle manifestazioni di piazza a Gerusalemme e in altre città, che sono iniziate intorno al primo lockdown in primavera. Ad un certo punto, non so collocare il momento esatto, ma presto, a quelle si sono aggiunte mini-manifestazioni locali, fatte di poche persone, su ponti e incroci con cartelli con scritte cubitali. Veramente la tradizione della manifestazione formato famiglia è antica, e me ne ricordo da sempre a colorare semafori sulle superstrade (sì, in Israele abbiamo semafori in mezzo alle superstrade, una cosa che non è spiegabile salvo aprendo una lunga spiegazione su come sono collegati i piccoli centri alla rete autostradale, e non è questo il momento di entrarci). Ma ieri sera al telegiornale un giornalista fra l’incredulo e l’ironico ha portato la storia di manifestazioni contro l’attuale governo fatte dalla generazione dei Fondatori, oltre a tutto nel mezzo di una pandemia che colpisce particolarmente gli over 65, e se tutte le altre manifestazioni mi avevano lasciata poco convinta, queste hanno tutta un’altra portata.
Si tratta di ottantenni e novantenni non tutti in pienissima salute, che da case di riposo o da casa loro raggiungono ogni giorno un angolo di strada ben visibile alle auto di passaggio e stazionano per ore, in piedi (!) o seduti su sedie pieghevoli, per fortuna almeno con in testa un cappello; in alcuni casi vestono t-shirt stampate con slogan. Onore a dei veri rivoluzionari, altro che i manifestanti medio borghesi di Balfour, accanto alla residenza del primo ministro. Fossi al governo, mi farebbe molta più paura questo piccolo esercito di vecchietti sparso per il paese, per un motivo semplicissimo. Loro questo paese lo hanno letteralmente inventato. È la generazione che sta finendo, quella epica dei combattenti del Palmach e dell’Etzel (entrambe le formazioni non a caso rappresentate nell servizio su Kan 11), e non ne fanno – almeno nelle brevi interviste – una questione politica legata solo al partito di governo in sé. Hanno la statura, e la storia nelle ossa, per poter vedere le cose in prospettiva. E quello che vedono è una direzione che ha preso Israele che loro non solo non condividono, ma non vogliono continuare a sopportare in silenzio nel chiuso delle case di riposo. Escono fuori, si fanno vedere e ascoltare, e almeno ieri sera sono entrati nelle case di tutti gli israeliani che hanno ancora la pazienza di vedere i telegiornali.
Io ho sempre creduto pienamente nella saggezza della vecchiaia. Sono stata aiutata in questo da anziani di primissima categoria in famiglia e fuori. E se un novantenne sente di dover uscire a manifestare per affermare che le cose stanno prendendo una brutta piega, come prima cosa mi metto sull’attenti. E poi ascolto, con la massima attenzione. Purtroppo non nutro grandi speranze nella capacità di ascolto della attuale classe politica locale, ma chissà, magari uno o due in preda alla noia ieri sera ha visto il telegiornale.
Daniela Fubini