L’Uruguay e l’Onu
Il 14 settembre 2020 il Consiglio Economico e sociale dell’ONU (Ecosoc) ha votato l’ennesima risoluzione di condanna ad Israele, in cui “ribadisce che l’occupazione israeliana costituisce un ostacolo grave per la realizzazione dei diritti, per il progresso, l’autonomia, l’integrazione e lo sviluppo sociale delle donne palestinesi”.
Il Comitato Centrale Israelitico dell’Uruguay, a tale riguardo, si è chiesto, nella sua pagina web se, visto che secondo gli Accordi d’Oslo, nelle zone A e B, l’autorità civile è quella palestinese, non si dovesse chiedere ad Hamas e all’ANP di tutelare le donne palestinesi. Naturalmente, hanno votato a favore anche Stati dove una donna può essere presa a frustate per un nonnulla.
Apprendiamo ora dal periodico Aurora del 7 agosto 2020 che un alto funzionario della Cancelleria dell’Uruguay è stato destituito per via del voto favorevole, essendo stato designato al suo posto Fernando López Fabregat, parente lontano di Enrique Rodríguez Fabregat, uno dei campioni della causa ebraica, che si batté come un leone per far approvare la Risoluzione ONU che diede vita allo Stato d’Israele.
Il Ministro degli Esteri dell’Uruguay ha in quest’occasione dichiarato che il suo Paese continuerà nella politica storica di sostegno dei diritti d’Israele. Invero, questa politica storica era stata interrotta dall’avvento del Frente Amplio, dalla politica anti- israeliana. battuto nelle ultime elezioni nazionali che hanno portato alla Presidenza Luis Alberto Lacalle Pou, un giovane politico, il John Kennedy uruguagio, un campione della democrazia, la quale democrazia, per nulla scalfita dal terrorismo e dal golpe militare, dal 1985 è riemersa più forte, orgogliosa e prospera che mai.
Emanuele Calò, giurista
(13 ottobre 2020)