L’Europa in semi-lockdown
Visto l’incremento di nuovi casi, in Francia da venerdì sarà instaurato lo stato d’emergenza. Previsto da sabato anche il coprifuoco nella regione di Parigi e in altre città dalle 21 alle 6. “Non abbiamo perso il controllo ma in Francia la situazione è molto preoccupante”, ha spiegato il presidente francese Macron parlando in diretta tv. Parigi segue dunque altri paesi che hanno preso nuove misure drastiche contro il contagio. E anche in Italia i dati non sono rassicuranti, con il record di contagi registrato ieri: 7332 nuovi positivi. “La situazione non può non preoccupare”, ha dichiarato il Presidente del Consiglio Conte, chiedendo “senso di responsabilità” a tutti i cittadini e forze politiche. “È una partita in cui vinciamo o perdiamo tutti”. Per le Regioni “abbiamo predisposto la possibilità di introdurre misure restrittive non appena se ne presenti la necessità. Per quelle di allentamento occorre invece un’intesa con il ministro della Salute”, ha aggiunto Conte, che, sottolinea il Corriere, ora non esclude l’eventualità di un nuovo lockdown nazionale.
Di Maio e la politica estera dell’Italia. Le sanzioni alla Russia e la richiesta di un’inchiesta sul caso Navalnyj, la situazione in Libia, le rassicurazioni agli Stati Uniti sui rapporti commerciali con la Cina, la visita in Israele. Sono alcuni dei temi toccati nell’odierna rivista di Repubblica al ministro degli Esteri Luigi Di Maio, appena rientrato da una missione diplomatica in Russia. Nell’intervista al capo della Farnesina viene chiesto cosa pensa degli Accordi di Abramo voluti dall’amministrazione Trump e firmati da Israele, Bahrein e Emirati Arabi Uniti: “Saranno un fattore di cambiamento in quell’area. – afferma Di Maio – Quegli accordi sono stati subordinati al non riconoscimento degli insediamenti illegittimi nei territori e credo serviranno a far ripartire un tavolo con l’obiettivo di sempre: due popoli, due Stati. Covid permettendo, sarò in Israele a fine mese per parlare anche di questo”.
Israele-Libano, prove di dialogo. Hanno preso il via ieri i colloqui indiretti tra Libano e Israele per risolvere la controversia legata alla delimitazione dei rispettivi confini marittimi. Non è un processo di normalizzazione dei rapporti ma un incontro tecnico, hanno sottolineato le parti, ma rappresenta in ogni caso un passaggio importante, evidenza oggi il Messaggero. “Sciogliere questo nodo significherebbe per il Libano, stretto nella morsa del default finanziario e da mesi travolto dalla peggiore crisi economica e politica degli ultimi 30 anni, poter far partire le esplorazioni di giacimenti energetici che si trovano al largo delle sue coste meridionali”, scrive il Messaggero. “Non è pace – dice l’analista libanese Samy Nader del “Levant Institute for Strategic Affairs” a Repubblica – ma è l’inizio di un percorso che comporta defacto il riconoscimento di Israele come Stato interlocutore da parte del Libano, con Hezbollah ai comandi”. Secondo Nader questo dialogo porterà ulteriore stabilità nell’area e aprire a un’eventuale pace, seppur al momento fuori questione. “Ormai i libanesi sono meno ideologici. – afferma l’esperto – II primo pensiero è come uscire dalla crisi economica. E poi vogliono tirarsi fuori dai conflitti nella regione. Anche se la narrativa classica ha ancora seguito tra i supporter di Hezbollah”. Proprio il movimento terroristico di Hezbollah, segnala Avvenire, ha protestato per l’incontro, che comunque va avanti. “Gli israeliani – scrive il quotidiano cattolico – sarebbero pronti ad attribuire il 58 per cento della zona contesa al Libano, pur di accelerare la firma di un accordo”.
Italia-Israele, cooperazione costante. Il livello d’impegno tra Italia e Israele “è molto alto e produttivo. Da circa vent’anni vige un programma bilaterale per promuovere la ricerca. Vengono stanziate risorse destinate a università, enti di ricerca e settori imprenditoriali con lo scopo di migliorare i nostri livelli tecnici, scientifici e socioeconomici, soprattutto nel settore agroalimentare e in quello spaziale. Il recente lancio del satellite Cubesat Dido-3, per esempio, si iscrive tra i successi della nostra collaborazione nel settore aereospaziale”, lo racconta l’ex ambasciatore d’Israele in Italia Ofer Sachs in un colloquio riportato da Italia Oggi, dedicato alle collaborazioni tra i due paesi. Collaborazioni di cui parla anche il Milano e Finanza segnalando la scelta della torinese Reale Mutua di investire “4,5 milioni di dollari in FinTlv, un fondo di venture capital insurtech e fintech leader a livello mondiale, con sede in Israele”.
Bennett e la sfida a Netanyahu. Nei sondaggi in Israele il leader del partito di destra Yamina Naftali Bennett è molto vicino al Likud del Premier Benjamin Netanyahu (23 seggi a 26, stando alle proiezioni), che sta perdendo consensi a causa della gestione della pandemia. Dell’ascesa di Bennett parla il Corriere della Sera, sottolineando come il capo di Yamina abbia “girato tutto il Paese in questi mesi di epidemia, dai piccoli negozianti che hanno tirato giù la saracinesca ai medici e agli infermieri esausti”, diventando una sorta di ministro della Sanità ombra. Il Corriere riporta anche il commento critico del direttore di Haaretz Aluf Benn secondo cui “chi vuole un Israele egualitario, che cerca la pace, che protegge i diritti umani dovrebbe essere preoccupato dal salto di Naftali verso il vertice”.
Grecia, condanna ai neonazisti. Dopo 5 anni e mezzo, ieri è arrivato a sentenza il processo ad Alba Dorata, il partito greco di estrema destra riconosciuto dalla legge come organizzazione criminale e paramilitare. Come chiesto dal pm, il tribunale di Atene ha Inflitto 13 anni a Nikos Michaloliakos, leader della formazione, al numero 2 Christos Pappas, all’ex portavoce, a due ex deputati e a un europarlamentare (Corriere).
Il 16 ottobre raccontato in radio. Appuntamento a domani su Radio 3 con la storica Anna Foa per il racconto della razzia del 16 ottobre 1943. Ora per ora, in dieci tappe, Foa ricorderà – nel corso del programma Un giorno nella storia – la tragedia degli ebrei romani, catturati e deportati a Roma dai nazifascisti (Avvenire).
Sul grande e piccolo schermo. In occasione del Festival del Cinema di Roma, anteprima al Maxxi per “Un cielo di stelle sopra al Ghetto” di Giulio Base. Il film, girato interamente nel quartiere ebraico della Capitale, vede protagonisti un gruppo di giovani, impegnati a riscoprire i tragici segni della Shoah a Roma (Messaggero Roma). Dedicata alla Memoria anche la docuserie Pietre d’inciampo a cura di Simona Ercolani, da oggi in prima serata su Rai Storia (Repubblica). Sei puntate dedicate a raccontare le storie di alcune vittime della Shoah il cui nome oggi è scolpito su una Pietra d’inciampo. Sul Mattino di Napoli si ricorda in particolare la tragica storia della famiglia napoletana Procaccia-Pacifici.
Daniel Reichel