Setirot – Il peso delle parole

Andiamo con ordine. Il ministro Roberto Speranza, nel corso di una intervista televisiva di circa mezz’ora, in un frammento di non più di 30 secondi, alla domanda “Ma come si fa a vietare una festa? Chi è che va a controllare e a bussare alle porte degli appartamenti per vedere se c’è una festa?” risponde “Intanto, quando c’è una norma, va rispettata. In questi mesi gli italiani hanno dimostrato di non avere bisogno di un carabiniere o di un poliziotto a controllarli personalmente. Ma è chiaro che aumenteremo anche i controlli, ci saranno segnalazioni. Io mi fido molto anche dei genitori del nostro Paese…”. Ci saranno segnalazioni. E così un politico serio che ha dimostrato di avere il coraggio di affrontare il dossier più complicato che qualunque ministro si sia mai trovato sul tavolo dal dopoguerra ad oggi, viene accusato di essere una sorta di stalinista, un liberticida, un mostro. Per tre, semplicissime, parole: ci saranno segnalazioni.
I leoni da tastiera si scatenano, as usual. Tal Silvana De Mari, medico e scrittrice fantasy, su La Verità associa le restrizioni anticontagio e le persecuzioni naziste. E qui viene il punto a mio avviso davvero dolente, senza ritorno. Da destra e da sinistra, l’urlo accusatorio addita Speranza come istigatore di delazione. Delazione, una parola il cui suono fa rabbrividire, un meccanismo mentale vigliacco (ti denuncio in cambio di) che moltissimi hanno pagato sulla propria pelle in tempi fascisti, nazisti e di “socialismo reale”.
Inaccettabile. Intanto perché nessuno ha invitato alla delazione. E poi perché se non si è in grado di discernere il peso delle proprie parole, soprattutto in tempi di crisi profondissima, allora è finita. Guido Rossa (sempre che sappiano chi sia – sennò c’è Google) era un delatore? Se per caso ascoltaste nell’appartamento a fianco qualcuno che parla di jihad e indirizzi avvisereste le forze dell’ordine o vi fareste – come tanto si usa dire oggi – gli affari vostri? Dice: ma il terrorismo e le stragi sono un’altra cosa. Vero, tuttavia gli oltre trentaseimila morti rimangono trentaseimila vite spezzate.

Stefano Jesurum