Tullia Zevi, musica dell’anima

“Quando nacqui avevo le dita lunghissime, dita di ragno, e mio padre disse: ‘Suonerà l’arpa!'”.
Indimenticabile leader dell’ebraismo italiano, per quindici anni alla guida dell’UCEI, Tullia Zevi (1919-2011) è stata anche una raffinata arpista. Un talento che, in gioventù, l’ha portata a lavorare al fianco di leggende della musica contemporanea come Leonard Bernstein e Frank Sinatra.
Disponibile da qualche ora su tutti gli store digitali, “Niggun per Tullia Zevi” rende omaggio a questa sua vocazione attraverso i due brani composti dal Maestro Riccardo Joshua Moretti nel centenario dalla nascita. Si tratta di “Niggun per Tullia Zevi” e “Kaddish per un canto mai nato”, entrambi eseguiti davanti al Capo dello Stato Sergio Mattarella. Una produzione Compagnia Nuove Indye, con il patrocinio della Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia.
“Il termine ‘niggun’ – racconta Moretti – ha preso il significato di ‘canto senza parole’. Questo modo di esprimersi solo attraverso la melodia è sempre stato molto diffuso nella cultura ashkenazita, dell’Est Europa. Sono certo che Tullia Zevi avrebbe compreso il fine puramente musicale senza l’inserimento di un testo”. Ciò che una semplice melodia può dare all’anima, aggiunge infatti, è paragonabile “solo alla preghiera”.
Preghiera per eccellenza, nell’ebraismo, è proprio il Kaddish. La preghiera che, ricorda Moretti, “accompagna l’anima di una persona che ormai non è più in questa vita”. Kaddish per un canto mai nasce da questa considerazione: “Non sono riuscito a fare in modo che la cara Tullia Zevi lo potesse ascoltare, non solo con la propria anima ma anche con tutta se stessa, quando era ancora tra noi. Sono certo, però, che le sia arrivato direttamente nel Gan Eden dove certamente starà, con la sua arpa, accompagnando il Canto degli Angeli”.