Francia, l’ora del dolore
e delle polemiche
Decine di migliaia di francesi sono scesi in piazza in ricordo di Samuel Paty, l’insegnante decapitato da un giovane estremista islamico per aver mostrato in classe le vignette satiriche su Maometto di Charlie Hebdo. “È – scrive La Stampa – l’ora del dolore e degli omaggi, ma non solo: anche delle polemiche. La tragedia si poteva evitare? Gli occhi sono puntati su uno strano personaggio, Abdelhakim Sefrioui, franco-marocchino di 61 anni, predicatore islamista”. Nei giorni precedenti, viene sottolineato, “era stato una presenza costante accanto al padre di un’allieva di Paty, che aveva polemizzato con il docente”. La rabbia delle piazze, racconta il Corriere, “è rivolta contro il nemico dichiarato, l’islamo-fascismo, ma anche contro le autorità, che nei discorsi ufficiali esortano gli insegnanti a difendere le leggi della Repubblica ma poi sono accusate di non difenderli abbastanza nella vita reale”.
“L’eredità di quel coraggio”. È il titolo di un editoriale sul Corriere Roma in cui si parla della testimonianza di Emanuele Di Porto, 89 anni, che sopravvisse ragazzino al rastrellamento del 16 ottobre 1943. “Emanuele – si legge – è stato salvato dall’amore della madre, dalla solidarietà dei tranvieri e dalla sorte, ieri come oggi arbitra delle nostre vicende”.
L’intervento, ispirato a una recente testimonianza televisiva, si conclude con questa domanda: “Ascoltando il racconto di Emanuele Di Porto ci chiediamo: avrei avuto anch’io la prontezza audace di quella madre, il coraggio di quei tranvieri? Avrei, oggi, il coraggio dei medici e degli infermieri che si adoperano negli ospedali? E non sempre sappiamo rispondere”.
Karekin II, papa della chiesa apostolica armena, esterna i suoi timori sul conflitto in corso con l’Azerbaijan. “Per risolvere il problema – dice in una intervista con Repubblica – basterebbe il riconoscimento dell’autoproclamata repubblica del Nagorno-Karabakh, perché ci garantirebbe la sicurezza dei suoi cittadini. È quello che ci aspettiamo dal nostri amici, e da tutti coloro che vogliono impedire un possibile nuovo Olocausto”.
“Israele ha smesso di concedere qualsiasi visto ai dipendenti dell’agenzia per i diritti umani delle Nazioni Unite, costringendo di fatto il personale più importante dell’organismo ad andarsene”. È quanto si legge in un velenoso articolo del Fatto Quotidiano in cui si sostiene che negare i visti “per punire i critici” sarebbe uno strumento centrale “nell’assalto al movimento per i diritti umani”.
“Sarà l’elezione più contesa della storia, un processo che comincerà il 3 novembre. Trump dichiarerà vittoria, i social media gli faranno la guerra, i media non si pronunceranno e i democratici lotteranno per rubare a Trump la vittoria”. È la previsione di Steve Bannon, il controverso ex stratega del presidente Usa, in una intervista con La Verità.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(19 ottobre 2020)