L’antica corte e il melograno,
il progetto che riscopre le radici
Pieve di Cento, suggestivo borgo in provincia di Bologna, è stato in passato un luogo di insediamento ebraico. Una comunità estinta ormai da secoli ma la cui eredità viene oggi recuperata attraverso un progetto di riqualificazione urbanistica che mette al centro l’area che fu il cuore di quella presenza: la Corte dei Liutai.
Promosso con la collaborazione del Touring Club Italiano, il concorso I violini del ghetto chiedeva “lo sviluppo di idee e una risposta tecnicamente realistica, attenta alle dinamiche socio-culturali e allo spirito della città”. A vincere il bando, con un progetto che richiama in modo significativo l’ebraismo e i suoi valori, la proposta dello studio romano Aut Aut Architettura.
Per la giuria, presieduta dall’architetto Daniele De Paz, che è anche presidente della Comunità ebraica bolognese, il progetto non solo “propone una ben riuscita sintesi nella quale la disposizione dei manufatti e delle componenti dello spazio urbano si configura in modo da determinare una riconoscibile organizzazione dello spazio pubblico”, ma ha anche il merito di proporre un apprezzabile riferimento al “valore storico/culturale intrinseco nella piazza”.
Il progetto di Aut Aut Architettura, con responsabile Jonathan Lazar e in squadra anche Gabriele Capobianco, Edoardo Capuzzo Dolcetta, Damiano Ranaldi, è stato premiato nel corso di una giornata interamente dedicato alla storia ebraica di Pieve di Cento. Ad intervenire, tra gli altri, il sindaco Luca Borsari, lo stesso De Paz, il professor Saverio Campanini, i rabbini rav Alberto Sermoneta e rav Luciano Caro, il musicista Enrico Fink.
Tra gli elementi caratterizzanti del progetto vincitore l’introduzione in Corte dei Liutai dell’albero del melograno. Una scelta anche simbolica in quanto, ricordano dal team di Aut Aut Architettura, per l’ebraismo “i numerosi chicchi stretti all’interno propiziano la fertilità e rappresentano la coesione del popolo”. La presenza prevalente di questo arbusto, congiuntamente ad informazioni storiche fruibili attraverso qrcode, sarà così “in grado di ricondurre alla storia degli abitanti di religione ebraica che abitarono quei luoghi”.
(21 ottobre 2020)