Covid, i giorni decisivi
per la tenuta del Paese

Sette, al massimo dieci giorni decisivi per l’Italia: se la crescita dei contagi non si dovesse arrestare sono pronte dal governo ulteriori misure restrittive. “L’Italia – ha detto Conte alla Camera – è oggi in una situazione ben diversa rispetto a quella del mese di marzo, anche se anche questa situazione si sta rivelando molto critica”. Il costante aumento dei contagi, ha aggiunto il premier, “ci impone di tenere l’attenzione altissima”. Per Repubblica quelli che ci aspettano sono “I dieci giorni della verità”.

Le elezioni Usa e gli hacker di Teheran. Messaggi minatori ad elettori democratici di quattro Stati, firmati dai “Proud Boys” ma in realtà opera di hacker iraniani e russi. Con l’avvicinarsi del voto per le presidenziali Usa tornano gli attacchi informatici di provenienza straniera. Rispetto a quattro anni fa, spiega il Corriere, c’è però una differenza: “Mentre nel 2016 l’attività degli hacker di Mosca in favore di Trump fu dapprima sottovalutata e poi riferita con poca enfasi dall’amministrazione Obama per non agitare un clima elettorale già surriscaldato, stavolta i servizi segreti e l’Fbi si sono affrettati ad allestire una conferenza stampa”.

La normalizzazione che non è più un tabù. Un altro tema caldo di politica internazionale è analizzato dal Foglio: la svolta nelle relazioni tra Israele e alcuni Paesi del mondo arabo. Gli accordi di Abramo firmati nelle scorse settimane a Washington, viene sottolineato, “indicano che la normalizzazione dei rapporti con Gerusalemme, un tempo respinta per principio, non è più un tabù”.

Il film su Rita Levi-Montalcini. Elena Sofia Ricci parla con Repubblica del suo nuovo ruolo: l’interpretazione di Rita Levi-Montalcini per il film Rai a lei dedicato che andrà in onda il prossimo 22 novembre. Racconta l’attrice: “Ho guardato i filmati, le interviste dopo il Nobel. E poi sono andata dalla mia coach. Mi ha insegnato il modo di parlare con le cadenze e i rallentamenti”.

Responsabili al tempo del Covid. La Stampa ospita un intervento di Abraham B. Yehoshua incentrato sul tema della responsabilità. Lo scrittore indica come modello negativo il comportamento di quei haredim che in Israele hanno spesso violato le regole. “Un caso limite – scrive – ma credo che autonomie ribelli del genere, grandi o piccole, siano presenti in ogni paese, e la pandemia, che ha fatto sì che la responsabilità del cittadino in ambito nazionale sia molto più significativa e cruciale, non fa altro che metterle a nudo”.

“Ho scelto la vita”. In edicola con il magazine 7 del Corriere, tra una settimana, un volume che raccoglie l’ultima testimonianza pubblica di Liliana Segre. “II suo discorso, per la fortuna di tutti, è già diventato un libro”, si legge nell’odierna presentazione dell’iniziativa.

Londra e il Memoriale che non piace a tutti. Per il leader laburista Keir Starmer si tratta di un’opera “vitale”. Eppure il progetto di Memoriale della Shoah che dovrebbe sorgere a Londra, nei pressi di Westminster, non fa il pieno di consensi. Lo racconta il Venerdì di Repubblica, segnalando le critiche arrivate su un piano non solo estetico.

Le pietre del ricordo. “Perché gli Stolpersteine fanno così paura da essere profanati, imbrattati, divelti, rubati, distrutti? Sostanzialmente perché non sono un monumento ‘gestibile’”. Così Adachiara Zevi, commentando con il Manifesto il recente episodio accaduto a Torino .

Segnalibro. In libreria Il tempo della rivolta (Bollati Boringhieri), l’ultimo scritto di Donatella Di Cesare. Il libro è presentato da Luciano Canfora nelle pagine culturali del Corriere.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(23 ottobre 2020)