Un pesce d’aprile fuori tempo

“Giù le mani dal Monte Bianco”, tuonano i sovranisti nostrani. Tutt’a un tratto ci siamo accorti che la Francia “ci ha rubato” il Monte Bianco invadendo i nostri inviolabili confini. Un’annessione silenziosa avvenuta non con eserciti armati ma a suon di carte geografiche e recenti misure di protezione ambientale. In realtà, la disputa geografica sui confini italo-francesi ha le sue radici nei tempi napoleonici e ancor meglio con il Trattato di Torino del 1860 che sancì la cessione di Nizza e della Savoia alla Francia, tanto che su Google Maps i confini intorno alla vetta sono tratteggiati da tempo come “territorio conteso” al pari delle Alture del Golan. Ma leggere queste notizie ora come ora sembra quasi uno scherzo tragicomico, un pesce d’aprile fuori tempo. Solo ieri la Francia ha registrato in un solo giorno oltre 41.000 contagi di Covid-19, l’Italia più di 16.000, un record per entrambi mai registrato nemmeno a marzo-aprile, le terapie intensive sono di nuovo al limite, e qualcuno (da entrambi i lati?) ha la forza di rispolverare il trito patriottismo in stile “ridateci la Gioconda”. Meno male che siamo, si direbbe, tutti quanti dentro l’Unione Europea, quando nacque era lecito pensare che gli stati nazionali sarebbero diventati presto al livello di ciò che sono attualmente le regioni. Al contrario le regioni italiane sono quasi diventate dei micro-staterelli, tanto che presto staremo forse a discutere sui confini che passano sul Monte Pollino o sul Massiccio del Gran Paradiso.
I primi a giungere sulla cima del Monte Bianco furono comunque Jacques Balmat e Michel Gabriel Paccard nel 1786, e qui vien da chiedersi, erano francesi? Erano italiani? Erano savoiardi. All’epoca il Ducato di Savoia aveva come capitale Torino, ma prima ancora del 1563 era Chambery, le lingue ufficiali erano il francese e l’italiano, la prima restò predominante specie nell’aristocrazia. I Savoia sono una dinastia che affonda le sue origini probabilmente in Borgogna, e che nel XVI secolo con Emanuele Filiberto spostò le sue mire economiche e territoriali verso la penisola italiana, il resto della storia è ben noto. Ma meglio non dirlo ai sovranisti che la storia d’Italia non è “puramente” italiana, e viene un po’ da oltralpe.
Piuttosto tornando al Monte Bianco, quand’è che abbiamo scoperto la sua storia e la sua importanza? A parte d’estate quando orde di turisti impreparati arrivano con la Skyway a Punta Helbronner, bisognerebbe ricordarci che i ghiacciai delle Alpi si stanno inesorabilmente sciogliendo per colpa dei cambiamenti climatici. Più che modificare i confini, presto sarà da riflettere se cambiare nome al Monte Bianco perché divenuto obsoleto senza ghiacci. Meglio forse tornare al Mont Maudit come usa ancora nel Canton du Valais.

Francesco Moises Bassano

(23 ottobre 2020)