L’odio del tempo

Lo riprende ieri Bidussa, riprendendo un’intervista a Delphine Horvilleur: “I fondamentalisti sono cronofobi, detestano l’idea che le religioni possano essersi evolute”. È vero, l’odio del tempo, della contestualizzazione nel tempo e di conseguenza del cambiamento a seconda del tempo, della storia, pervade il fondamentalismo di oggi, il fondamentalismo islamico, come ha pervaso in passato altre religioni, dalla cristiana alla ebraica, e come ancora è percepibile in molti percorsi culturali che considerano la storia come un elemento in fondo sovversivo, da evitare. Quando, a partire dall’Haskalah, la storia irrompe anche sulla scena culturale ebraica, molte furono le reazioni negative. Ma molti credettero anche di trovarsi di fronte a un mondo nuovo. Solo un aneddoto: al seminario rabbinico di Breslau insegnava il grande storico Heinrich Graetz. Un suo allievo, destinato a diventare un grande filosofo, Hermann Cohen, scoprì con grande stupore che uno studioso medioevale che conosceva solo con il suo acronimo, RaDak, e il cui pensiero venerava, era uno studioso realmente esistito nella Provenza del XII secolo, David Kimchi. Sarebbe forse il momento di riprendere, tutti, i fili di nuovo interrotti della storia.

Anna Foa

(26 ottobre 2020)