La strage nella chiesa di Nizza
e l’attacco ai valori europei

Il nuovo attacco dell’Islam radicale alla Francia e all’Europa è il tema di apertura di vari quotidiani. Partiamo dai titoli in prima pagina. Eccone alcuni: “Fa strage a Nizza, partito dall’Italia” (Corriere). “Strage nella basilica, il killer arrivato dall’Italia” (Repubblica). “Francia sotto attacco, due decapitati” (La Stampa). “Accolto in Italia per sgozzare in nome di Allah” (Il Giornale). “Bisogna reagire all’Islam” (Libero). 
Molti sono gli interventi di commento a quanto accaduto. Un’attenzione particolare viene data alla possibilità che la minaccia, se non contrastata efficacemente, possa ulteriormente divampare. Così ad esempio lo scrittore algerino Boualem Sansal in una intervista con La Stampa: “Se le banlieue dovessero prendere coscienza del proprio potere la Francia esploderebbe e molti, a partire dalla Turchia, stanno soffiando sul fuoco. No, questo scontro non finirà presto. Tutti piangono per le decapitazioni, i morti, ma dura il tempo di un’emozione. Per vedere la luce in fondo al tunnel bisognerà aspettare il cambio di passo dei Paesi musulmani”.
Repubblica intervista Marek Halter, che afferma: “Una volta le vittime sacrificali erano i ‘non’ musulmani, e in particolare gli ebrei. Oggi, nel mirino sono soprattutto i cristiani. Con la nuova peste e con la guerra di religione sembra che la Storia abbia fatto un salto nel passato”. Halter aggiunge poi: “Io sono sempre felice quando vedo una caricatura di Gesù, di Mosè o di Maometto, perché penso che la censura e l’autocensura siano sempre pericolose e nocive”. 
Questa l’opinione di Gad Lerner (Fatto Quotidiano): “Cristianità e islam sono categorie del passato. Chi cerca di impossessarsene manipola le nuove forme assunte dalle religioni da quando hanno smesso di coincidere con un’appartenenza territoriale. Siamo destinati a vivere gli uni accanto agli altri e non potremo farlo in compartimenti stagni separati, se non vogliamo trasformarci in guerrieri”. 

Il Labour inglese ha sospeso il suo ex leader Jeremy Corbyn per aver tollerato posizioni antisemite all’interno del partito. Una decisione che arriva dopo la pubblicazione di un rapporto della Commissione per i diritti umani in cui si legge: “C’era una cultura nel Labour che, nel migliore dei casi, non ha fatto abbastanza per prevenire l’antisemitismo e, nel peggiore, sembrava accettarlo”. Ad annunciare la decisione è stato Keir Starmer, da qualche mese alla guida del Labour. Scrive al riguardo Il Foglio: “Una scelta simbolica, che segna la frattura definitiva tra Starmer e il suo predecessore”. 

Diversi quotidiani raccontano della visita del ministro degli Esteri Luigi Di Maio in Israele e dei numerosi incontri che hanno segnato la giornata di ieri. Nei colloqui istituzionali, sottolinea Repubblica, “un focus particolare è stato dedicato al progetto israelo-greco-cipriota del gasdotto East-Med in cui si cerca il coinvolgimento italiano”. Tra gli effetti degli accordi siglati ieri l’entrata sul mercato israeliano di Snam con “l’avvio di nuove collaborazioni su mobilità sostenibile a gas naturale, biometano e idrogeno e sulle tecnologie di produzione dell’idrogeno verde” (Sole 24 Ore). 

Woody Allen si racconta in una grande intervista con 7 del Corriere. “Da ragazzo – afferma – andavo al cinema per evadere, trascorrevo tutto il mio tempo a guardare film per fuggire dal mondo reale. Poi, da adulto, ho fatto film e trascorrevo un anno intero a lavorare con i costumi, i set, gli attori. Sono sempre stato ossessionato da cose finte, storie finte. Ho trascorso la mia vita ad evitare la realtà e voglio continuare ad evitarla”. 

“È un film che rincuora, in questo momento difficile trasmette un messaggio di perdono, amore, tolleranza”. Sophia Loren presenta così La vita davanti a sé, il film di prossima uscita basato sull’omonimo libro di Romain Gary di cui è la protagonista nei panni di Madame Rosa (una ex prostituta, sopravvissuta alla Shoah). Il film sarà disponibile a partire dal 13 novembre su Netflix. Il best seller di Gary, ricorda il Corriere, “già ispirò un film con Simone Signoret”.
 
Al Fatto Quotidiano non piace la nuova impostazione sul Medio Oriente di Repubblica. È il tema di un articolo che appare nello spazio delle opinioni.

In un altro articolo si parla in modo critico di Giorgio Heller, nuovo presidente della società di calcio del Livorno, in passato candidato alla presidenza della Comunità ebraica di Roma.

Avvenire presenta nelle sue pagine culturali Una voce sottile (ed. Giuntina), libro di recente uscita di Marco Di Porto dedicato al nonno Salomone Galante detto Solly, unico membro della famiglia a sopravvivere alla deportazione degli ebrei di Rodi. 

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(30 ottobre 2020)