Controvento – I cervelli di Prada

Avrebbe dovuto essere un convegno dal vivo, “Culture and Consciousness”. Due giorni di incontri e dibattiti tra alcuni dei più insigni neuroscienziati al mondo, per fare il punto sulla coscienza, il mistero più affascinante del nostro cervello, ciò che ci rende umani, diversi dagli altri esseri animati che popolano il pianeta, capaci di ragionare su noi stessi, di creare arte e cultura, di pensare il pensiero, di “essere coscienti della nostra unità e in antitesi con il mondo esterno” sintetizza Massimo Cacciari uno dei promotori dell’iniziativa. Poi il Covid ha sconvolto tutti i programmi, ma non la volontà di Miuccia Prada “di valorizzare e diffondere, utilizzando il metodo scientifico, discipline e ricerche fondamentali per il nostro presente, proiettandoci nel futuro con un approccio allo stesso tempo rigoroso ma aperto, consci che non a tutte le domande si può dare una risposta”. E quindi è cambiato il format -5 incontri on line dalle 19 alle 21 a partire da lunedì 9 novembre fino a venerdì 13, che si potranno seguire sulla piattaforma interattiva collegata al sito web di Fondazione Prada: humanbrains.fondazioneprada.org- ma non sono cambiati i relatori, un vero e proprio red carpet della scienza internazionale. Aprono i lavori il 9 novembre Mavi Sanchez-Vives e Jean-Pierre Changeux che parleranno delle basi biologiche della coscienza, presentati da Giancarlo Comi. Eva Marder e Antonio Damasio il 10 novembre spiegheranno i segreti del neuroimaging funzionale, con Daniela Perani come moderatrice. L’incontro dell’11 è dedicato ai linguaggi della coscienza umana, con Andrea Moro e Stanislas Dehaene e Jubin Abutalebi a moderare il dibattito. Un altro tris d’assi il 12 novembre, Ian Tattersal, Idan Segev e come moderatrice Katrin Amunts, a immaginare l’evoluzione della cultura, dall’antropologia alla tecnologia. E infine, il 13 novembre, filosofia e neuroscienze si incontrano per parlare delle domande ancora aperte sulla coscienza, con Michele Di Francesco e Giulio Tononi, e Massimo Cacciari a Giancarlo Comi a trarre le conclusioni sull’intero ciclo. Ognuno di questi scienziati, come ben sanno gli addetti ai lavori, è il top nel suo campo: ci voleva il prestigio internazionale della Fondazione Prada per riunirli tutti insieme. Ma gli incontri non sono rivolti solo agli addetti ai lavori, bensì a un pubblico eterogeneo e internazionale di persone interessate alla scienza e al rapporto tra scienza e discipline umanistiche, la grande sfida dei prossimi anni, dopo che la specializzazione e la frammentazione dei saperi ci avevano portato a perdere di vista l’interezza fisica, mentale e psichica degli esseri umani. Torna la visione leonardesca in cui arte, scienza, filosofia, letteratura, bellezza costituiscono un unicum armonico. E in cui al riduzionismo si oppone la valorizzazione della complessità, e alle certezze la consapevolezza del dubbio. Non per nulla il progetto della Fondazione Prada, che durerà tre anni e di cui “Culture and Consciousness” è il primo momento, si chiama HumanBrains, declinato il plurale, a sottolineare la intrinseca complessità e l’irriducibile singolarità di ogni individuo, come spiega il prof. Comi, che presiede il comitato scientifico. Nel corso del progetto saranno analizzate le principali tappe storiche e concettuali che hanno contributo a identificare il cervello come sede del pensiero – i rapporti tra mente e cervello, gli studi di neurobiologia e di neurofisiologia sperimentale sui neuroni, gli sviluppi tecnologici nell’ambito delle neuroimmagini e delle tecniche di esplorazione funzionale del cervello, le basi nervose delle sensazioni, delle emozioni, della memoria e delle funzioni superiori quali coscienza, linguaggio, creatività e pensiero astratto, l’inconscio e la libertà di decisione.
Le prossime tappe di questo straordinario percorso sono un grande convegno internazionale sulle malattie neurodegenerative previsto per l’autunno del 2021 -si spera stavolta dal vivo- presso la sede della Fondazione Prada a Milano. La formula è lungimirante e innovativa: sono stati chiamati a co-organizzarlo, sotto la guida del Prof. Comi, alcuni tra i più importanti centri di ricerca al mondo -nomi come Harvard Medical School, Max Planck Institute, Hôpital de la Salpêtrière presso la Sorbona, Karolinska University Hospital, Weizmann Institute of Science, School of Medicine , solo per citare i più noti, ma sono rappresentati istituti di tutto il mondo, dalla Cina al Giappone, dal Canada agli Stati Uniti, in uno sforzo congiunto di fare il punto sulla ricerca e la cura delle malattie del cervello. Non mi risulta che nulla del genere sia mai stato tentato prima d’ora.
E infine, nel maggio del 2022, in occasione della Biennale Arte, la sede di Fondazione Prada a Ca’ Corner della Regina a Venezia ospiterà un progetto espositivo interamente dedicato allo studio del cervello che segnerà la terza tappa del progetto “Human Brains”. La mostra, curata da Udo Kittelmann, che ha appena lasciato l’incarico di direttore del Polo Museale di Berlino, rappresenta il tentativo di tradurre, in una forma espositiva immersiva, la storia dello studio del pensiero umano e lo stato attuale delle ricerche scientifiche. L’idea è di Miuccia Prada, in dialogo con il Comitato Scientifico del progetto. Un’idea coraggiosa, che rappresenta una sfida all’establishment artistico internazionale e sancisce la volontà di sperimentare nuove modalità di collaborazione e dialogo tra scienziati e altri studiosi e testare formati innovativi, che è poi la sintesi dell’approccio della Fondazione Prada all’arte e alla cultura.

Viviana Kasam