Razzia del 16 ottobre 1943, la ricerca continua
Un nuovo saggio che, con alcune importanti novità storiografiche, ripercorre l’iter decisionale e la preparazione della razzia nazista compiuta il 16 ottobre 1943 contro gli ebrei romani. A firmarlo nell’ultimo numero della rivista Yad Vashem Studies (Vol. 48:1-2 – 2020), la storica Liliana Picciotto. Autrice di diversi importanti studi sulla Shoah e l’Italia – tra cui Il libro della memoria. Gli ebrei deportati dall’Italia. 1943-1945 – Picciotto, studiosa del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano, si concentra in questo caso sui tragici avvenimenti del 16 ottobre, analizzando in particolare diversi documenti dell’OSS (Office of Strategic Studies) depositati presso il NARA (National Archives and Record Groups). Dalla ricostruzione compiuta dalla storica emergono alcune novità, tra le altre, sul ruolo di Herbert Kappler, capo della polizia tedesca a Roma; sull’organizzazione della razzia del 16 ottobre con la collaborazione della autorità italiane; su come fosse stata progettata la persecuzione e deportazione degli ebrei italiani nella penisola da parte dei nazisti. “Nell’ultima settimana di settembre, Herbert Kappler,- si legge nel abstract del saggio – riceve da Berlino l’avviso di imminenti azioni anti-ebraiche. Queste erano state affidata a un altro ufficiale, il capitano delle SS Dannecker, inviato da Berlino. L’avviso si riferiva alle incursioni contro gli ebrei che avrebbero dovuto avere luogo in tutto il territorio sotto l’influenza tedesca, compresa Roma. Prima del raid, il 26 settembre 1943, Kappler chiese agli ebrei un riscatto di 50 chili d’oro, anche se era ben consapevole che il loro arresto sarebbe avvenuto poco dopo. Si trattava quindi di un atto di estorsione e non di un’azione diversiva a loro vantaggio, come affermava nelle sue dichiarazioni del dopoguerra”.
“Le azioni antiebraiche non dovevano partire da Roma, ma da Napoli, che all’epoca era il confine meridionale del territorio sotto l’influenza tedesca. – si legge ancora nell’estratto del saggio di Picciotto – Questo era stato pianificato per il 1° ottobre 1943. Tuttavia, divenne impossibile a causa del ritiro dell’esercito tedesco dall’Italia meridionale proprio in quei giorni. Il piano della Gestapo era di inviare Dannecker in Italia per effettuare incursioni a sorpresa in tutte le grandi città e organizzare deportazioni direttamente da quei luoghi. Dopo Roma, fece irruzione a Firenze, Siena, Montecatini, Bologna, Genova, la Riviera Ligure di Ponente, Torino e Milano. L’autore insiste su questo punto perché voci contemporanee, e anche successive, accreditano un intervento del Vaticano per ottenere la promessa che altri raid non sarebbero più stati effettuati a Roma. La partenza del distaccamento delle SS di Dannecker da Roma Nord fu la continuazione di un programma prestabilito e non l’effetto di un intervento esterno. I preparativi per l’azione anti-ebraica a Roma erano stati lunghi e laboriosi. Gli uomini di Kappler e di Dannecker collaborarono, ma anche le autorità italiane, che fornirono le liste degli ebrei residenti a Roma e i loro indirizzi”.