Europa ancora sotto attacco
Notte drammatica a Vienna, con attacchi terroristici in sei punti della città. Il primo dei quali nei pressi della sinagoga principale della capitale austriaca. Il bilancio è per il momento di tre morti e diciassette feriti (di cui sei in pericolo di vita). “Le dinamiche dell’attacco – scrive Repubblica – ricordano i momenti più cupi della storia recente: come nella notte del Bataclan, il commando ha agito in maniera sincronizzata, facendo fuoco tra la gente ai tavolini di un locale; prendendo ostaggi in un ristorante; seminando ordigni”.
“È il fronte delle città – scrive il Corriere – con le strade tramutate in campo di battaglia da estremisti e da persone che li imitano ma conducono guerre personali. Il fine è sempre lo stesso: fare molte vittime, portare il terrore, dimostrare che nessuno è al sicuro e protetto”.
Ad essere colpite, scrive sempre il Corriere, le strade “dove hanno passeggiato Martin Buber e Sigmund Freud” e che “trasudano di ricordi di un mondo antico”. Certo, si legge, “forse gli uomini che hanno sparato senza pensare contro persone inermi sapevano poco o nulla di tutto ciò”. Ma le loro azioni “sono comunque destinate a far riemergere gli orrori di un passato che non vuole, o forse non può quietarsi”.
Numerose sono le interviste e opinioni su quanto accaduto a Vienna. “Strategia della paura? No, io direi piuttosto sfruttamento della paura. Perché chi compie questo genere di attentati lo fa attaccando i sentimenti feriti e i timori della gente, mai come oggi tanto comprensibili ai tempi della pandemia”, sottolinea la Presidente UCEI Noemi Di Segni al Mattino.
Stati Uniti al voto, la grande attesa. “Non ho mai provato tanta angoscia per il mio paese: qui c’è in gioco la libertà e il senso ultimo di cosa sia l’America” dice lo scrittore Jonathan Safran Foer in una intervista con Repubblica. “Quando ho visto in televisione il primo dibattito – afferma l’autore di Ogni cosa è illuminata – non riuscivo a credere che un presidente parlasse in quel modo, insultando il suo rivale: ma nulla è più grave del rifiuto di prendere le distanze dai suprematisti bianchi e dell’appello a ‘Stand back and stand by’. È una chiamata alle armi”.
Tra i Paesi che seguiranno con maggior attenzione l’esito del voto c’è Israele. È lì che ci porta Avvenire. Secondo Noah Slepkov, consulente della Knesset e firma di Haaretz, chiunque dovesse vincere queste elezioni, il più grande riflesso non sarebbe tanto “sul piano dei rapporti diplomatici con gli Stati Uniti e i vicini mediorientali”, quanto “su quello della politica interna”.
La Testimone della Shoah Edith Bruck parla con il Mattino dell’antisemitismo al tempo del Covid: “Si detesta chi si percepisce come diverso da sé, c’è come un deficit globale di empatia, di amore, in un momento di emergenza mondiale che dovrebbe invece produrre unione e fratellanza”.
Tra le reazioni alla morte di Gigi Proietti, Repubblica segnala quella della presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello: “Nell’ebraismo si dice che i giusti nascono e muoiono nello stesso giorno”.
Enrico Fink, ideatore del Balagan Cafè e neo presidente della Comunità ebraica di Firenze, illustra a La Nazione uno degli obiettivi del suo mandato: “Quello che farò è continuare un percorso di Comunità all’interno della città, rafforzando anche la Comunità stessa”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(3 novembre 2020)