Un paese diviso

L’unico dato certo che emerge dalle elezioni Usa è la polarizzazione presente nel Paese. Per carità, i sintomi li avevamo già visti tutti in questi 4 anni di presidenza Trump, che ha accentuato il più possibile questa divisione per compattare un elettorato quel tanto basta per vincere le elezioni, foss’anche di un’incollatura. Gli attentati compiuti dai movimenti suprematisti bianchi, le violenze delle frange più radicali del movimento Black Lives Matter, che tanto hanno spaventato la middle class wasp, ed infine i dibattiti televisivi fra i due candidati sono stati l’ulteriore prova di quanto già si era registrato nel 2016. Per carità, la divisione, anche estrema, è parte delle storia statunitense. Un Paese, è bene ricordarlo, in cui sono stati assassinati presidenti in carica e che ha visto la morte, in un solo decennio, di JKF, Bob Kennedy, Martin Luther King e Malcom X. Non so se un Paese europeo avrebbe resistito ad un tale livello di tensione politica e sociale. C’è, però, una novità, almeno a mio modo di vedere: la divisione che vediamo negli Usa la riscontriamo in tutte le democrazie del mondo, salvo rarissime eccezioni. Si tratta, dunque, di una vera e propria crisi di sistema dalle conseguenze del tutto ignote. Alcuni indicatori fanno pensare che potrebbe rientrare, altri che rischia di scivolare in una deriva autoritaria. Ed in questo bisognerebbe cominciare a guardare all’Ungheria di Viktor Orban, uno dei più capaci politici degli ultimi decenni, come un laboratorio politico. Esattamente come l’ha sempre intesa lui. Nessuno, però, ha la sfera di cristallo. Certo è che questa polarizzazione è la vera causa della sconfitta dei Paesi occidentali (più India e Israele) nella battaglia al Covid-19. Anche di fronte all’oggettività di un virus le società democratiche non sono riuscite a compattarsi. Anzi, se possibile, la pandemia ha ulteriormente accentuato le divisioni. Proprio per questo non sarà semplice uscirne, nonostante le paternalistiche ed dichiarazioni, al limite delle fake news, del nostro governo, che parla di vaccino e cure imminenti come si promettono le caramelle ai bambini se faranno i bravi. Non sarà così: col Covid è assolutamente possibile convivere, come dimostrano 2.000.000.000 di persone, ma servono coesione sociale e adesione ai provvedimenti amministrativi. Da noi tutto ciò appare un miraggio.

Davide Assael

(4 novembre 2020)