La guerra delle narrazioni

È abbastanza chiaro a tutti che il Covid è stato uno dei fattori più importanti nella sconfitta di Trump, ma la strumentalizzazione politica del virus non appartiene solo alla politica americana. La maggior parte dei leader nel mondo hanno avvalorato narrazioni diverse sulla pandemia, creando ciascuno una propria versione dei fatti, per influenzare l’opinione pubblica e trarne vantaggi di immagine. Come lo racconta un libro appena uscito in Francia, “La guerre des récits”, la guerra delle narrazioni – che può essere ordinato su Amazon sia in versione cartacea che digitale, ma non è ancora disponibile in italiano. Un libro che esula dall’informazione tradizionale e scontata nella sua tragica ripetitività, e offre lo spunto per riflessioni interessanti di politica internazionale. Anche perché l’autrice, Christine Ockrent, è una grande esperta in materia, probabilmente il volto più celebre di Antenne 2, dove è stata la prima donna a dirigere il telegiornale delle 20, così stimata a popolare da essere stata soprannominata “la reine Christine”. Moglie di Bernard Kouchner, il mitico fondatore di Médecins sans Frontières, nonché due volte ministro, Christine è autrice di biografie e saggi di politica internazionale, ha ricevuto importanti premi a onorificenze, tra cui la Légion d’Honneur, fa parte di prestigiosi think tanks internazionali di politica tra cui l’Aspen Institute e il Center for European Reform e attualmente ogni sabato sera anima la trasmissione “Affaires étrangères” su Antenne 2.
“La guerre des récits” racconta il Covid come una competizione politica internazionale, in cui ognuno dei protagonisti, Xi Jinping e Trump, Putin e Johnson, Macron e Merkel, cerca di avvalorare la propria narrazione. Sbagliano tutti, ma c’è chi come il premier cinese si riprende dopo le omissioni iniziali sulla catastrofe sanitaria e tenta di accreditarsi come salvatore del mondo, ribadendo la superiorità del sistema cinese. Chi come Putin si chiude nella propria dacia e scarica la responsabilità delle decisioni agli altri, salvo poi apparire di tanto in tanto in pubblico per ribadire la grandezza della Russia con la sua ossessione di riscrivere la storia del suo Paese. Chi come Trump sbaglia tutto con il suo negazionismo incosciente e perde la Casa Bianca. E chi, come i leader europei, manca la chance di dare impulso a un’Europa forte e credibile, salvo poi, ma con troppe esitazioni, recuperare dignità in zona Cesarini.
Questi comportamenti, che in parte conosciamo, sono raccontati da Ockrent con dovizia di particolari inediti e senza perdere di vista le implicazioni a livello planetario, perché, nella guerra del Covid, si giocano i nuovi assetti internazionali del mondo, le battaglie commerciali, gli investimenti economici e tecnologici, e anche l’ombra inquietante del controllo digitale che mette a repentaglio le democrazie così come le conosciamo.
Quando ci fu il primo lockdown e creammo attraverso BrainCircleItalia il sito Controvirus per cercare di dare una informazione scientifica seria e credibile in quei momenti di grande confusione, avevo a lungo cercato qualcuno che potesse scrivere per noi una analisi degli scenari politici internazionali e di ciò che si muoveva sotto la superficie delle dichiarazioni ufficiali. Allora non ci ero riuscita. Christine Ockrent ha soddisfatto, e ai massimi livelli, la mia curiosità. E ci lascia con una apertura di speranza, che non posso non condividere. E cioè che l’Europa, attraverso le tre donne che hanno i massimi ruoli direttivi, Angela Merkela, Christine Lagarde e Ursula von der Leyen, possa dare inizio a una nuova narrazione. E qui voglio aggiungere una nota personale, che certamente Christine Ockrent condivide, ma non ha potuto esprimere perché i fatti sono successivi alla pubblicazione del libro. Al trio europeo aggiungerei l’americana Kamala Harris, che rappresenta oggi il più grande fattore di novità politica internazionale per le sue caratteristiche multietniche, multireligiose, per il fatto di essere donna, per la sua professionalità, moderazione e la sua tranquilla fierezza. Una donna che tenterà di ricostruire, come Biden ha ribadito, la solidarietà che il Covid, o meglio la sua strumentalizzazione, ha rischiato di distruggere.

Viviana Kasam

(9 novembre 2020)