Alberi

Il sogno di Ben Gurion, “trasformare il deserto in un giardino fiorito” ha coinciso per un’intera generazione con l’ideale sionistico di uno Stato di Israele verde e rigoglioso sicché oggi il Paese è orgogliosamente ricco di vegetazione di ogni genere, da nord a sud. Ciò è perfettamente in linea con le nostre fonti, dove l’albero è portato spesso come immagine di rigogliosità, di benedizione, ed è usato in numerose parabole. Vediamo un brano molto poetico del Midrash:

Perché le parole di Torà sono paragonate a un albero? Per insegnarti che così come un albero piccolo può accenderne uno grande, così piccoli Maestri affinano i grandi, e ciò riflette quanto disse rabbì Chaninà: molta Torà ho appreso dai miei maestri, e più ancora dai miei compagni di studio e più di tutti dai miei allievi. Chiunque si occupi di Torà senza altri fini, la Torà sarà per lui un elisir di vita, come è detto “[la Torà] è un albero di vita per coloro che la afferrano” (Yalqut Shimonì, 923:15).

Vi sono però tre grandi insidie agli alberi in Israele, che rispecchiano tre grandi problemi della nostra società e che spesso non ricevono l’attenzione che meriterebbero:
Incendi, a volte originati da incuria, altre da vandalismo o perfino terrorismo. Diciamo che, almeno rispetto alla negligenza, la prevenzione è scarsa e l’attenzione e il rispetto sono pochissimi;
Alberi che vengono sradicati illegalmente per abusivismo edilizio, fenomeno diffuso in tutto il mondo e che in Israele ha il triste risvolto di rimanere spesso impunito. Perfino delle ammende comminate, sembra che solo il 44% venga effettivamente pagato. Anche qui, tristemente il rispetto della legge nonché del sentire civile è messo da parte;
Alberi che vengono sradicati illegalmente dalle terre di proprietà dei palestinesi. Esiste anche il fenomeno inverso, indubbiamente. Ma gli abitanti degli insediamenti ebraici che sradicano alberi, con elevatissima frequenza soprattutto nel periodo della raccolta delle olive, costituiscono un fenomeno inquietante. Se pensiamo che proprio dal divieto di recidere alberi i nostri Maestri imparano il divieto generale di distruggere, il “bal tashchìt”, il pensiero che qualcuno in nome della rivendicazione alla terra faccia quanto la Torà vieta esplicitamente di fare anche in caso di assedio a una città (v. Deut. 20:19), è rivoltante.
Per chiudere con una nota positiva, torniamo alla trasformazione del deserto in giardino: gli EAU stanno testando, pare con successo, una tecnologia basata sulla “nano-argilla” che consente appunto di far crescere piante in un terreno sabbioso. Gli Emirati perseguono da lunghi anni una politica di avanguardia per energia alternativa e soluzioni tecnologiche avanzate di sostenibilità. La pace recentemente raggiunta con loro porterà auspicabilmente a una rapida crescita dell’attenzione e speriamo anche dell’applicazione in vasta scala di tali sistemi anche in Israele, esaltando le capacità e le tecnologie che anche qui non mancano di certo. Basta dargli la giusta rilevanza!

Rav Michael Ascoli