Pagine Ebraiche Novembre 2020
Il segno dei leader sul futuro


Come svelava ieri il direttore Guido Vitale, i nuovi numeri del giornale dell’ebraismo italiano Pagine Ebraiche, del giornale di cronache comunitarie Italia Ebraica e del giornale ebraico dei bambini DafDaf sono andati in stampa nelle stesse ore in cui Renzo Gattegna ci lasciava.
“Le salve di cannone che risuonano al passaggio di un re” scriveva il direttore, ricordando il ruolo fondamentale che l’ex Presidente UCEI, in carica dal 2006 al 2016, ebbe nella nascita e nello sviluppo delle testate di cui l’ente è oggi editore.
Molte pagine speciali gli saranno dedicate sul prossimo numero del giornale dell’ebraismo italiano, dove apparirà anche un’antologia dei numerosi interventi tenuti in questi anni. Un numero ricco di significato, sul quale la redazione è già al lavoro.
Vi presentiamo intanto i principali temi di Pagine Ebraiche di novembre. Un numero che si apre nel segno delle parole e degli insegnamenti di rav Jonathan Sacks.
Lo ricorderemo anche attraverso l’intervista da lui fortemente voluta in occasione di una visita a Roma. “Tutti i grandi leader religiosi – raccontava rav Sacks – sono stati dei sognatori. Mosè ad esempio, che ha sognato una terra stillante latte e miele. Oppure Isaia, che ha sognato un mondo di pace. Oppure penso ancora a Martin Luther King e al suo ‘I have a dream’, uno dei più bei discorsi del ventesimo secolo. Se dovessi scrivere un breviario per la felicità, la capacità di sognare sarebbe ai primi posti della lista”. 
Dal 20 gennaio sarà un leader anche Joe Biden, eletto nuovo Presidente degli Stati Uniti con un ampio sostegno nel mondo ebraico americano. Sul cambio al vertice della prima potenza mondiale Pagine Ebraiche ha interpellato diverse voci. 
“Il mondo islamico moderato deve agire adesso”, il messaggio rilanciato con forza su Pagine Ebraiche dall’intellettuale Marek Halter. “L’Islam è purtroppo molto indietro rispetto ad altri credi. Siamo stati noi ebrei i primi, nella storia, a separare religione e politica. Mosè era il capo politico, i discendenti di Aron il clero. Una scelta e una distinzione netta. Altri hanno seguito questa strada, spesso con fatica, ma ce l’hanno fatta. All’appello manca l’Islam. Ed è una lacuna significativa, che purtroppo si ripercuote in modo tragico in questo nostro difficile presente”. 
Al cuore fa riferimento anche Moshe Kantor, confermato alla presidenza dello European Jewish Congress. “La Comunità ebraica italiana – dice a Pagine Ebraiche – è molto vicina al mio cuore. A legare European Jewish Congress e UCEI è una amicizia di lunga data e una cooperazione profonda. Insieme lavoreremo all’obiettivo comune di promuovere e garantire la vita ebraica in Europa”. 
Un futuro tutto da costruire, come quello su cui lavora da anni Sylvan Adams. Protagonista dell’intervista del mese, il filantropo alla guida dell’Israel Start-Up Nation racconta il significato del suo impegno per le due ruote, i risultati ottenuti, il sogno di vincere al Tour de France. 
Sono numerosi i passaggi della Torah e di altri testi sacri in cui si afferma come il rispetto verso la cosiddetta “terza età” sia uno dei fondamenti della vita e della società ebraica. E come senza quel rispetto venga a mancare uno dei pilastri del nostro stare assieme. Lo raccontiamo nel grande dossier Anziani, con molti interventi e riflessioni sul tema.  
Nelle pagine di Cultura, due libri protagonisti: Massimo Giuliani presenta il Dizionario di Ebraismo in due tomi pubblicati dalla Jaca Book, “che fa parte di un grandioso progetto europeo sulle religioni in diciassette volumi di cui fu architetto e curatore il rumeno Mircea Eliade (1907-1986), studioso piuttosto controverso per la sua adesione all’ideologia fascista negli anni Trenta ma indiscusso erudito in materia di religioni”.
Il ruolo della Memoria e il significato dei suoi luoghi sono invece al centro di KZ (ed. Ronzani), il volume firmato dall’ingegnere Davide Romanin Jacur, assessore al Bilancio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Una guida attraverso i campi di concentramento e sterminio visitati dallo stesso Romanin Jacur nel corso del tempo, assieme a studenti e adulti; “viaggi della conoscenza prima che della memoria: una conoscenza austera e controllata, eppure ricca di infinite sfumature di pathos” scrive Antonia Arslan presentando il volume.
Sul destino del cinema, a partire dalle grandi rassegne, riflette invece Daniela Gross: “Nessuno sa cosa porterà il futuro e tanto meno chi ce la farà a superare la crisi, ma è certo che senza la sala, la piazza o l’arena – il luogo collettivo della fruizione – il cinema e i festival così come li conosciamo minacciano di svuotarsi di vita fino a perdere le tradizionali ragioni d’essere”. Per questo la sfida sarà quella di ripensarsi in questo futuro incerto.
Al futuro, con molte certezze, guarda anche Diego Schwartzman, tennista argentino di talento che sta scalando le classifiche. Nelle pagine di Sport, un ritratto del talentuoso 28enne, legato alle sue origini ebraiche e alla storia di resilienza della propria famiglia, con i nonni fuggiti dall’Europa nazista per ricostruirsi una vita in Argentina.

(11 novembre 2020)