Rinascimento, una prospettiva ebraica
Grazie all’opera di artisti e intellettuali, nel Rinascimento emerge una consapevolezza inedita del divenire storico che favorisce il culto del nuovo nelle arti, in letteratura, in filologia e nelle scienze. Un fermento che vide protagonista anche il mondo ebraico.
Di questo tema si occupa il nuovo studio dello storico Giuseppe Veltri, Il Rinascimento nel pensiero ebraico, recentemente pubblicato dalla casa editrice Paideia e oggetto nelle scorse ore di un confronto online nell’ambito delle attività del Diploma universitario triennale in studi ebraici dell’UCEI.
In evidenza nel saggio i momenti salienti del dibattito del tempo: la coscienza storica del divenire e la secolarizzazione, la funzione della poesia dantesca come ponte fra mondo ebraico e mondo cristiano, l’uso del volgare come simbolo del connubio delle diverse tradizioni, la nascita del criticismo, l’atteggiamento scettico come strategia e sintomo della crisi politica e intellettuale, il dibattito sull’immortalità dell’anima.
Temi su cui si hanno portato un contributo, moderati da Myriam Silvera, il rav Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma e direttore del Collegio Rabbinico Italiano; Shulamit Furstenberg Levi (Istituto Lorenzo De’ Medici di Firenze); Guido Bartolucci (Università della Calabria) e Alessandro Guetta (INALCO, Parigi).
L’ebraismo fu protagonista o spettatore di questa rinascita? È una delle domande che hanno fatto da filo conduttore all’evento. Nel suo intervento il rav Di Segni ha fatto un parallelismo tra alcuni personaggi raccontati da Veltri e l’attività svolta da rav Jonathan Sacks, il grande rabbino e comunicatore da poco scomparso, nel presente. Al centro della riflessione la sfida, non semplice, di far vivere dentro l’ebraismo molte e diverse anime. E anche gli impulsi della società esterna. “Un’attività spesso sul filo del rasoio tanto che lo stesso rav Sacks, sottoposto a pressioni, talvolta ha dovuto correggere il tiro. Non dimentichiamo che anche a Maimonide furono bruciati dei libri su pubblica piazza da alcuni contemporanei. La contraddizione diventa esplosiva nel Rinascimento. E – ha detto il rav – soprattutto in Italia”. Il pomeriggio di studio, molto partecipato, è stato dedicato alla memoria dell’ex Presidente dell’Unione Renzo Gattegna.
(12 novembre 2020)