Lotta al terrorismo islamico,
i ministri Ue a confronto
Nelle prossime ore i 27 ministri dell’Interno dell’Unione Europea si confronteranno per affinare una strategia comune di contrasto al terrorismo islamico. La spinta, scrive La Stampa, “è arrivata dai recenti attacchi in Francia e a Vienna, episodi che hanno visto Emmanuel Macron cercare (e trovare) subito la sponda di Sebastian Kurz per rimettere il dossier in cima alla lista delle priorità dell’Unione”. Proprio per questo, si legge, “i 27 ministri approveranno oggi un documento di 10 pagine che delinea tutti i punti della nuova strategia e daranno alla Commissione il mandato per presentare proposte concrete sui vari fronti”.
“L’amministrazione Biden sarà molto più critica verso Israele, vedi la politica degli insediamenti. Ma non rinnegherà le convergenze strategiche di Trump e Netanyahu. Impossibile anche l’ambasciata Usa di ritorno a Tel Aviv”. È l’opinione dell’ex premier britannico Tony Blair, intervistato da Repubblica. “Quello è un grande e decisivo mistero”, dice invece a proposito delle idee di Biden sull’Iran dopo l’uscita di Trump dal patto nucleare.
Biden ha scelto intanto il suo braccio destro: si tratta di Ronald Klain, che sarà il capo di gabinetto della sua amministrazione. Nato in una famiglia ebraica di Indianapolis, scrive Repubblica, “ha dalla sua il vantaggio di conoscere bene i meandri politici di Washington, dov’è approdato dopo la laurea”.
La stima reciproca risale al 1989, quando Klein entra a far parte del team legale del Comitato Giustizia del Senato di cui Biden era presidente.
Ancora strage di migranti nelle acque del Mediterraneo. Ieri, racconta il Corriere, “un altro naufragio ha causato la morte di almeno 74 migranti tra cui donne e bambini, al largo di Khums, in Libia”. Nella stessa zona, altri venti morti “con solo tre donne salvate dai pescatori e poi assistite da Medici senza frontiere”. Straziante il dolore della madre di Joseph, il bimbo di sei mesi per il quale i soccorsi (arrivati in ritardo) sono stati inutili.
In calo consistente, segnala il Venerdì di Repubblica, i finanziamenti arabi (in particolare dall’Arabia Saudita) all’Autorità Nazionale Palestinese. Scrive il settimanale: “Il crollo negli aiuti, per i palestinesi, ha un nome e cognome: Donald Trump. E sullo sfondo, secondo Ramallah, ci sarebbe l’Accordo di Abramo del 15 settembre firmato alla Casa Bianca che ha normalizzato le relazioni tra Israele, Emirati Arabi e Bahrein”.
Mohammed Al-Issa, il segretario generale della Lega Musulmana mondiale già intervistato in estate da Pagine Ebraiche, parla con il Corriere di Europa ed estremismo islamico. “Oltre che luogo di culto, la moschea dovrebbe essere parte attiva della società in termini di miglioramento della sua armonia e del suo tessuto nazionale. Quando questo luogo non adempie al suo ruolo – afferma – sarà passivo e isolato nella società”. Per l’alto esponente saudita è essenziale che “la moschea non sia penetrata da fonti di finanziamento finalizzate a realizzare agende straniere”.
Avvenire racconta l’emergenza Covid negli ospedali di Tel Aviv. “Quando ci si trova in sala rianimazione, con i minuti contati, poco importa da dove si arriva, che lingua si parla e che religione si pratica. Bisogna fare in fretta. Punto”, la testimonianza di un medico dell’ospedale Tel HaShomer.
C’è un indagato per la tentata truffa alla Rai da un milione di euro.
Il Fatto Quotidiano fa il nome del 29enne Yigal Halwani. Halwani, “arrestato insieme a un israeliano e a due francesi ad un lavaggio d’auto di Tel Aviv su richiesta della Norvegia”, farebbe parte di un gruppo responsabile di “decine di altre truffe in tutta Europa, molte tentate e alcune riuscite”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(13 novembre 2020)