“Trump accetti la sconfitta”

Ottantasette anni, self made man, Sheldon Gary Adelson è il re dei casinò. Presidente della Las Vegas Sands, è al dodicesimo posto nella lista stilata da Forbes dei 400 uomini più ricchi d’America. Nato Boston da Sarah e Arthur, ebrei originari dell’Ucraina, ha creato quasi dal nulla la propria ricchezza e oggi è uno dei più importati sostenitori del partito Repubblicano. Da anni i candidati repubblicani alla Casa Bianca si rivolgono a lui per ottenere i finanziamenti necessari alle campagne elettorali. Non ha fatto eccezione quest’ultima dura sfida, con l’enorme sostegno economico (75 milioni di dollari) dato all’attuale presidente Usa Donald Trump per ottenere la riconferma alla guida degli Stati Uniti. Riconferma che non c’è stata però, vista la vittoria del democratico Joe Biden alle elezioni del 3 novembre scorso. I risultati delle urne sono chiari, ma Trump non ha ancora concesso la vittoria al suo avversario, innescando diversi problemi per il passaggio di consegne che avverrà il prossimo 20 gennaio. L’attuale inquilino della Casa Bianca continua a sostenere l’esistenza di presunti brogli, senza però portare prove concrete. Per questo anche il super sostenitore Adelson – grande amico di Benjamin Netanyahu (suo è il quotidiano Israel Hayom, fortemente schierato al fianco dell’attuale Premier israeliano) – gli ha chiesto di farsi da parte. Lo ha fatto attraverso uno dei suoi media. “Trump rende un cattivo servizio ai suoi sostenitori più accaniti, insistendo sul fatto che avrebbe vinto le elezioni del 3 novembre in assenza di brogli elettorali. Questo è semplicemente falso”, si legge in un editoriale firmato dal comitato editoriale del Las Vegas Review-Journal, di proprietà del magnate dei casinò (che, come si vede nell’immagine, già domenica dava Biden come vincitore). “Il signor Trump ha perso queste elezioni perché alla fine non ha attirato abbastanza voti e non è riuscito a vincere una manciata di swing-states che gli hanno aperto la strada nel 2016”. E ancora. “Un sistema elettorale che prevede la partecipazione di 150 milioni di americani avrà la sua parte di problemi, ma è un insulto alla ragione e alla logica sostenere che irregolarità isolate costituiscono la prova di una grande cospirazione nazionale”, si legge nell’editoriale del quotidiano acquistato nel 2015 da Adelson.