Bibbia incompresa
La letteratura che si dedica a “rivelare” al mondo che la Bibbia non racconterebbe né svelerebbe alcuna verità si arricchisce di un nuovo titolo (Massimiliano Paelari, La Bibbia. Una storia inventata). Per il momento non me ne occuperò, perché ancora non l’ho letto. Mi interessa invece fare qualche annotazione alla lusinghiera recensione che ne ha fatto ieri il matematico Piergiorgio Odifreddi sul quotidiano “Domani”. Un intellettuale che già in passato ha preso di punta tutto ciò che sa di religione, con particolare accanimento verso la tradizione giudaico-cristiana. A suo parere la Bibbia sarebbe un testo senza alcuna relazione col divino, prodotta da uomini che l’hanno prima scritta (con intenti né “etici” né “devozionali”) e poi utilizzata per costruire solidi poteri politici. Due entità in particolare infastidiscono il matematico torinese, il Vaticano e Israele, per i quali – cito – “quei testi (la Bibbia ndr) costituiscono le pezze d’appoggio per il mantenimento di un enorme potere politico ed economico”. Si sa cosa Odifreddi pensi di Israele, anche se non è chiara la ragione di questa uscita in una recensione che parla di tutt’altro. Ciò che stupisce è che ci sia ancora nel mondo chi si impegni a “dimostrare” (sarà forse l’uso della pratica matematica) che non è proprio vero vero che il Padreterno avrebbe dettato a Mosè il Pentateuco, ma che si tratterebbe a tutti gli effetti di un testo scritto da umani per umani. Una scoperta che ha dell’incredibile! Oppure no… In effetti no! Come peraltro sa benissimo lo stesso Odifreddi – che infatti fa cenno qua e là alla critica biblica dell’età moderna – non c’è proprio nulla da dimostrare. Sono secoli che in occidente chi si avvicina allo studio della Bibbia lo fa conoscendone le complesse e articolate dinamiche di costruzione linguistica. E il nostro recensore sa bene che ci sono molte cattedre universitarie che si dedicano a questa disciplina producendo di continuo studi di grandissimo interesse. Perfino negli ambienti religiosi l’approccio fideistico è mediato da una ricca letteratura di commento ed esegesi. Quello che continua a sfuggire al nostro multiforme recensore è che quando si parla della Bibbia e della letteratura che da questa è derivata non necessariamente ci si riferisce a un malvagio sistema di potere politico ed economico che soggioga l’umanità. E a nulla vale citare a sproposito il povero Spinoza, di certo perseguitato, che aveva personalmente un’altissima considerazione del testo biblico e lo conosceva più che bene (su questo mi permetto di citare un testo interessante e documentato di J. Samuel Preus, Spinoza e la Bibbia. L’irrilevanza dell’autorità, Paideia 2015). Certo, ci sono state nel passato e ci sono nel presente gerarchie e sistemi che utilizzano la religione come strumento di oppressione, ma si tratta di una deriva che in nessun modo può essere ascritta a chi quei testi ha composto. Al contrario, il nostro recensore non sembra voler accettare il fatto che la Bibbia sia alla base di un sistema di relazioni etiche e sociali che hanno conformato la civiltà occidentale. Senza la Bibbia e la sua esegesi non avremmo i sistemi giuridici che ci governano, non avremmo gran parte della filosofia dell’occidente, saremmo privi di Dante e della Divina Commedia e non sarebbero state realizzate le incredibili opere d’arte che da millenni caratterizzano le nostre città. Ma tutto questo Odifreddi lo sa bene. Solo che ama stupire il mondo e creare un po’ di scandalo. Sarebbe una pretesa anche legittima, se non proiettasse un’immagine così insensata e ingiusta della Bibbia e non utilizzasse provocatori motti anti-israeliani che non hanno nulla a che vedere con quel paese e finiscono con l’essere solo antisemiti.
Gadi Luzzatto Voghera, Direttore Fondazione CDEC