Lucetta Jarach Guastalla
(1938-2020)

Lucetta Jarach Guastalla si è spenta ieri a Torino, dove era nata nell’infausto anno delle leggi razziste da cui era sfuggita insieme ai suoi genitori e alla sorella Paola, scappando in Svizzera, dove la famiglia Jarach venne a contatto con Luigi Einaudi.
Nel documentario “Luigi Einaudi. Diario dell’esilio svizzero” il regista Villi Hermann ripercorre le tappe dell’esilio durato 14 mesi. L’8 settembre 1943, temendo di finire ostaggio nelle mani dei nazifascisti, Einaudi (economista, intellettuale liberale, professore e rettore dell’Università di Torino e futuro presidente della Repubblica) fu costretto a lasciare le sue colline di Dogliani e la sua Torino occupata dalle camicie nere e dalla Wehrmacht; raggiunse la Svizzera, attraversando a dorso di mulo il passo del Col Fenêtre in Valle d’Aosta.
“È la fuga dei popoli dinanzi al barbaro” scrive Einaudi nel Diario dell’esilio, pubblicato nel 1997, dove annota giorno dopo giorno le difficoltà pratiche della vita quotidiana, ma anche una fittissima rete di incontri con personalità della storia italiana e svizzera.
Il documentario del 2000, ispirato dal libro, riporta tra le varie testimonianze quella di Lucetta Jarach.
Lucetta Jarach Guastalla ha poi insegnato e fatto la Preside per lunghi anni, ma non si può dimenticare il suo forte e costante impegno nella Comunità Ebraica di Torino, in cui è stata per molto tempo Consigliere, ricoprendo con competenza e determinazione il ruolo di assessore alla Scuola.
Sempre presente alle attività comunitarie, lascia un grande vuoto nei figli Marco e Anna, nei sette nipoti, nella sorella Paola Bedarida e in chi l’ha apprezzata e conosciuta.

(Nell’immagine, prima a sinistra, Lucetta Jarach Guastalla con i parenti Jarach e Disegni alla presentazione del libro sul nonno “Cesare Jarach (1884-1916) Un economista ebreo nella grande guerra”)

(22 novembre 2020)