“Memoria la chiave per il futuro”
“Per superare tante forme deplorevoli di odio abbiamo bisogno della capacità di coinvolgerci insieme nella memoria. La memoria è la chiave per accedere al futuro ed è nostra responsabilità trasmetterla in modo dignitoso alle giovani generazioni”.
Sono state le parole del segretario di Stato vaticano Pietro Parolin a chiudere la conferenza “Never Again: Di fronte all’ascesa globale dell’antisemitismo” organizzata dall’ambasciata americana presso la Santa Sede. Molti gli spunti emersi nell’ambito della conferenza, moderata dal giornalista Philip Pulella e introdotta dall’ambasciatrice Callista Gingrich (nell’immagine). Tra gli ospiti Elan S. Carr, inviato speciale degli Stati Uniti nella lotta all’antisemitismo.
A prendere la parola sono stati anche Lisa Palmieri-Billig, rappresentante in Italia e di collegamento presso la Santa Sede dell’American Jewish Committee; Suzanne Brown-Fleming, direttrice dei programmi accademici internazionali del United States Holocaust Memorial Museum; padre Norbert Hofmann, segretario della Commissione per i rapporti religiosi con l’ebraismo; il rabbino David Meyer, docente del Centro Cardinale Bea per gli Studi Giudaici della Pontificia Università Gregoriana.
Nell’occasione il cardinale Parolin ha citato una corrispondenza da poco ritrovata, avvenuta tra la fine del 1915 e l’inizio del 1916, tra il suo predecessore Pietro Gasparri e l’American Jewish Committee, rivoltosi alla Chiesa cattolica per una condanna di atti antisemiti in corso durante il primo conflitto mondiale.
Gasparri, intervenendo a nome di papa Benedetto XV, avrebbe in quel contesto rassicurato l’organizzazione ebraica sul fatto che il papa “considera tutti gli uomini come fratelli e insegna ad amarsi gli uni con gli altri” e “si oppone a ogni violazione del diritto naturale”.
Un diritto – affermerebbe il documento – “che dovrebbe essere osservato e rispettato in relazione ai figli di Israele come per tutti gli uomini”.
(22 novembre 2020)