Controvento – La pandemia dei dati
Filosofia e statistica sembrano due discipline lontane e forse inconciliabili, ma non è così. Anzi, oggi più che mai è necessario farle convergere per poter rispondere, attraverso il pensiero critico, alla distorsione delle realtà e dei dati che sono la nuova pandemia mentale, altrettanto pericolosa di quella sanitaria. E se per la pandemia del Covid la risposta è il vaccino, c’è un vaccino anche per la pandemia da dati. Lo hanno scoperto, in questo caso senza concorrenti, Armando Massarenti, giornalista, filosofo, firma storica del Domenicale del Sole 24 Ore, che ha a lungo diretto, insieme ad Antonietta Mira, ordinario di statistica all’USI di Lugano e all’Università dell’Insubria, visiting professor a Harvard, Cambridge e Oxford – una giovane, bella e brillante scienziata di cui l’Italia può andare fiera. L’inoculazione avviene attraverso la lettura – a temperatura ambiente e senza controindicazioni ed effetti collaterali- del delizioso libro La pandemia dei dati: ecco il vaccino, che hanno scritto insieme ed è appena uscito per i tipi di Mondadori Università.
Secondo gli autori -e come non essere d’accordo- il problema non è tanto la congerie dei dati dai quali siamo quotidianamente sommersi, ma la nostra incapacità di interpretarli, perché il sistema educativo italiano, che separa la cultura scientifica da quella umanistica, non ci ha fornito le competenze. Bisogna perciò ripartire dalla contaminazione positiva tra i saperi umanistici – la razionalità riflessiva, la formazione al rigore argomentativo, l’empatia e la capacità di comprendere lo straniero e il diverso, il buon uso delle emozioni appreso attraverso la lettura approfondita dei testi letterari, la pratica artistica e l’educazione alla bellezza- e i saperi scientifici, in primis la teoria della probabilità e la scienza dei dati, che dovrebbero essere insegnate già alle elementari, perché i bambini sono perfettamente in grado di capirle ed elaborarle.
“Il ramo della matematica più utile per la vita, e quello che i bambini trovano più interessante è il pensiero statistico” spiega Antonietta Mira, che proprio per i giovanissimi ha organizzato una mostra itinerante “Diamo i numeri!” che ha avuto grandissimo successo in Italia e in Svizzera. “Insegnare il pensiero statistico significa fornire strumenti per risolvere i problemi del mondo reale. Dare le armi per combattere la disinformazione. La matematica e probabilità si possono insegnare divertendo, o sorprendendo con semplici ragionamenti che contraddicono le nostre intuizioni. Come mostriamo ad esempio con “La matematica delle mascherine”, dimostrando con semplici calcoli come la loro efficacia sia molto superiore a quanto comunemente si pensi”.
“A livello filosofico” aggiunge Armando Massarenti “la teoria della probabilità, una delle più grandi acquisizioni scientifico-filosofiche, ci può liberare, quasi per definizione, dal mito della certezza, che è alla base di ogni tipo di estremismo e radicalismo. L’incertezza può diventare un punto di forza, capovolgendo l’impressione diffusa, sia a livello popolare sia letterario, che tende ad associarla all’insicurezza e alla paura. Alla consapevolezza che i numeri possono mentire, oggi va aggiunta la conoscenza approfondita dei meccanismi e delle trappole mentali che ci spingono ad avere una percezione distorta di un gran numero di aspetti sociali, influenzando le nostre scelte, come ha ben spiegato il premio Nobel Daniel Kahneman con la sua teoria dei pensieri lenti e veloci.”
Attraverso esempi concreti, tabelle, disegni, il libro conduce il lettore alla consapevolezza che ciascuno di noi, anche coloro come la sottoscritta per i quali la matematica è sempre stata ostica- ha gli strumenti per combattere la pandemia dei dati. E’ una lettura interessante e anche divertente, fondamentale non solo per combattere la disinformazione da Covid, ma più generalmente le manipolazioni e distorsioni da parte dei social e dei media partigiani e “guadagnare quelle competenze di base che delineano una forma di intelligenza e di pensiero critico quanta mai necessarie per i cittadini di oggi e di domani”, come scrive nell’introduzione Giorgio Parisi, presidente dell’Accademia dei Lincei.
Viviana Kasam