Eccidio del Castello,
il progetto per i giovani
All’alba del 15 novembre 1943, davanti al muretto del Castello Estense, criminali in camicia nera massacrano cittadini inermi con lo scopo di vendicare l’uccisione del federale di Ferrara Igino Ghisellini, avvenuta poche ore prima. La notizia che Ghisellini è stato ucciso arriva fino a Verona, dove si sta svolgendo il primo Congresso della Repubblica Sociale.
In breve tempo la situazione precipita. Squadracce fasciste lasciano Verona al grido di “A Ferrara! Tutti a Ferrara”, con l’obiettivo di scatenare l’inferno. Settantadue ferraresi sono arrestati. Tra loro e tra 34 antifascisti ed ebrei già detenuti nelle carceri di via Piangipane vengono scelti dieci uomini da destinare al plotone d’esecuzione. Si tratta di Emilio Arlotti, Pasquale Colagrande, Mario e Vittore Hanau, Giulio Piazzi, Ugo Teglio, Alberto Vita Finzi, Mario Zanatta, Gerolamo Savonuzzi e Arturo Torboli. A loro si aggiunge il giovane ferroviere Cinzio Belletti, testimone della strage, che viene inseguito per non essersi fermato all’alt e assassinato poco dopo. Lo storico Claudio Pavone faceva risalire a questo drammatico episodio, al centro di un celebre racconto di Giorgio Bassani e poi di una trasposizione cinematografica, l’inizio della guerra civile.
Per onorare il ricordo delle vittime, ma anche per alimentare un confronto consapevole sull’importanza di storia e memoria con le nuove generazioni, il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah (il cui complesso sorge proprio nell’area dell’ex carcere) e l’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara hanno predisposto un progetto didattico, presentato quest’oggi nel corso di una conferenza stampa, rivolto a cinque scuole del territorio.
I ragazzi verranno accolti dai messaggi del prefetto Michele Campanaro e dalla dirigente Veronica Tomaselli, alla guida dell’Ufficio Scolastico Provinciale. Saranno poi Anna Quarzi, presidente di Isco e rav Amedeo Spagnoletto, direttore del Meis, a prendere la parola. Attraverso video, immagini d’epoca e documenti si ripercorreranno quelle ore di cieca violenza.
Il cuore della mattinata sarà poi la testimonianza del commendatore Giorgio Pancaldi, presidente Provinciale dell’Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi di Guerra, che all’epoca dei fatti aveva 20 anni e che racconterà la propria esperienza. Si terminerà con l’intervento degli studenti.
“Questa iniziativa – ha affermato rav Spagnoletto – nasce dall’esigenza di continuare a svolgere il nostro ruolo educativo e formare quanto più possibile. Coinvolgere le scuole, per il Meis, rimane una priorità; proprio per questo la nostra offerta di didattica è in continua crescita”.
“L’iniziativa proposta dal direttore Spagnoletto – ha detto la presidente Quarzi – è stata accolta immediatamente dall’istituto vista anche l’impossibilità di realizzare l’annuale incontro al Castello con gli studenti per commemorare l’eccidio. Questo format potrà sicuramente essere uno strumento utile anche in futuro per mantenere sempre aperto il dialogo con le scuole”.
Un’occasione, quella della conferenza stampa, per parlare anche di futuro a più ampio raggio. Come l’inaugurazione della terza mostra dell’allestimento permanente museale, ad oggi prevista per marzo. “La riapertura e ogni altra attività – ha detto rav Spagnoletto – dovranno essere tarate sulla effettiva possibilità di arrivo di turisti e studenti. Noi siamo alla finestra, sempre attenti. Ma non restiamo certo fermi, con una grande mole di iniziative online che stanno riscuotendo successo e apprezzamento”.
(24 novembre 2020)