L’intervento della Presidente UCEI
“Qui oggi per un messaggio forte”
Illustrissimi Presidente del Senato Casellati, Presidente della Corte d’Appello Meliadò, Presidente Galletti, Cara Presidente Dureghello, Rav Di Segni, Illustri Autorità presenti, amici dell’Associazione Giuristi ebrei, Carissimi nonno Ettore Di Segni e nonno Jacob Sacerdote (Bino),
Oggi dedichiamo un momento di memoria a coloro che sono stati radiati dall’albo o dispensati dal servizio nel novembre del 1939 perché nati ebrei. Giudicati con un processo sommario, per direttissima a loro insaputa e offesa. Non per aver commesso un illecito disciplinare o penale.
Delibere adottate puntualmente in ossequio a leggi e circolari che, emanate in pochi mesi, completando un iter che è iniziato in realtà molti anni prima con un preciso piano di propaganda e strumenti del regime fascista. Un iter che rappresenta un apice legislativo di secoli e secoli di persecuzione antiebraica e antisemitismo sempre estrinsecati in editti e decreti. Leggi che nulla avevano di quel sacro principio di legalità e che hanno infatti dato l’ultimo sigillo per legalizzare la persecuzione e lo sterminio.
Quest’oggi arriva dopo oltre ottant’anni per condividere con ogni passante in queste aule un messaggio di forte condanna pronunciata coralmente con chi oggi rappresenta le medesime istituzioni, assumendosi la responsabilità di agire nel segno opposto, facendo memoria di questa Storia, fatta di singoli e di famiglie, nelle minute e nelle immense decisioni che sono chiamati ad adottare. La targa qui posta e l’annullamento della delibera di allora da parte del Consiglio dell’Ordine non cancelleranno quanto avvenuto, quanto ancora oggi presente che riemerge con nostalgiche negazioni, ma certamente ne esprimono il chiaro disconoscimento e rigetto. Noi siamo qui al vostro fianco, con i nostri ricordi indelebili, taciuti o narrati, con l’eco della sofferta ingiustizia subita dei nostri genitori, nonni e bisnonni che arriverà ai nostri figli nipoti e pronipoti, siamo qui con le nostre pretese di legislazione tutt’oggi da correggere da aberrazioni applicate con il medesimo rigore.
La Shoah, in Italia, non è stata solo opera dell’occupante nazista, non si è perpetrata solo nei crematori di Auschwitz, ma anche in Italia, in campi italiani, da italiani credenti nel fascismo o semplicemente indifferenti, con criminali nel dopoguerra quasi mai giudicati, con aule di corti silenziose. Questa la responsabilità di una memoria se davvero si vuole sentenziare un “mai più”. Alla memoria di tutti i deportati, dei sopravvissuti,
Alla memoria dei Giusti che li hanno salvati o accuditi nonostante le leggi vigenti, rispondendo al precetto più alto dell’uguaglianza e dignità degli uomini tutti,
Alla vita di tutti i nostri discendenti.
Noemi Di Segni, Presidente UCEI
(26 novembre 2020)