Nuovi testimoni
sul caso Regeni

“Era vivo nelle mani dei Servizi”. Nuove testimonianze sembrano rafforzare il quadro d’accusa contro i funzionari egiziani indagati dall’Italia per l’uccisione di Giulio Regeni. “Si tratta – spiega il Corriere – di racconti che contengono particolari (veri) che non erano usciti sui giornali né svelati dai siti internet, e che dunque hanno un alto grado di credibilità”. 
Si è intanto concretizzato l’accordo di vendita di due fregate italiane all’Egitto. La Stampa accusa il governo di azione dalla tempistica inopportuna: “Lenti ad affermare i diritti, veloci nel fare gli affari”. 

In Israele la coalizione di governo vacilla sempre di più. “Non c’è nessun dubbio che siamo sulla strada delle elezioni”, ha detto ieri il Primo ministro Benjamin Netanyahu. La tensione, scrive Il Fatto Quotidiano, è salita da quando Gantz ha avviato una commissione d’inchiesta su uno scandalo di tangenti per l’acquisto di sottomarini “nel quale sono incriminate persone vicine al premier”. 

Repubblica Roma segnala la cerimonia di scoprimento della targa posta in Corte d’Appello in ricordo degli avvocati, dei magistrati e del personale dell’amministrazione giudiziaria espulso dopo le leggi razziste. Ad essere evidenziate le parole della Presidente del Senato Casellati, che ha ricordato come solo una società giusta possa “costruire il suo futuro”. 
Tra le figure citate nel suo intervento quella di Amalia Fleischer, prima donna ad iscriversi all’Ordine degli Avvocati di Bolzano, poi uccisa ad Auschwitz. Il Dubbio la ricorda con un brano tratto dal volume Razza e inGiustizia. 

Cinquanta anni fa usciva nelle sale “Il giardino dei Finzi Contini”, la pellicola premio Oscar ispirata al libro di Bassani. Lino Capolicchio, l’attore che nel film interpreta il ruolo di Giorgio, si racconta ad Avvenire: “In America venni accolto come un divo e quest’aura resiste in Israele dove il film viene ancora proiettato nelle scuole”. Secondo l’attore De Sica ebbe “profondo rispetto del romanzo, rendendolo più universale anche nel suo messaggio di condanna dell’antisemitismo”. 

Il Venerdì di Repubblica racconta la storia di Doug Emhoff, il marito di Kamala Harris. Una coppia da record. Perché se Kamala è la “prima donna, prima nera, prima asiatica, prima di origini indiane e pure seconda biracial, dopo Barack Obama” nel suo ruolo, pure il marito non è da meno: “Primo partner maschio di un vicepresidente. E primo di fede ebraica”.

“George Soros è lo spauracchio palindromo dei sovranisti di ogni latitudine: un filantropo ungherese, perdippiù ebreo, cui i nostalgici di ogni risma affibbiano complotti per islamizzare il mondo. Capite bene che lo schema non regge, ma pur di inventarsi un nemico, che si portino o no i baffetti, vale tutto”. Così Luca Bottura, nella sua rubrica quotidiana su Repubblica. L’accusa a parte della Destra italiana è di “scodinzolare” dietro all’oppositore dichiarato di Soros, il Premier ungherese Orban (che Bottura definisce un “pericoloso antisemita”).  

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(27 novembre 2020)