La presentazione online di Chaghigà
“Restituire il cuore dell’ebraismo,
quella del Talmud è una sfida vinta”

Da poco in libreria, Chaghigà (Sacrificio festivo) è il quinto trattato del Talmud tradotto finora in italiano nell’ambito del protocollo siglato nel 2011 tra Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Consiglio nazionale delle ricerche e UCEI – Collegio Rabbinico.
Un trattato che malgrado le sue ridotte dimensioni, come sottolinea il rav Riccardo Di Segni nell’introduzione, “è molto vario per gli argomenti trattati e per diversi livelli di difficoltà”. Piuttosto complesso “sia per la materia trattata che per la finezza delle discussioni nell’ultimo capitolo, eminentemente giuridico”. Seducente invece “per le divagazioni aggadiche del primo capitolo e per la materia mistica del secondo”. Comunque importante e solo apparentemente semplice “nelle parti giuridiche del primo e secondo capitolo”.
Proprio il rabbino capo di Roma, che oltre ad essere il curatore della traduzione è anche presidente del progetto che porterà l’intero Talmud in italiano, ne ha illustrato i temi salienti nel corso di una presentazione online dell’opera, recentemente consegnata nelle mani del ministro dell’Università e della Ricerca Gaetano Manfredi.
Ad aprire la conversazione i saluti di Gianni Letta, presidente del comitato d’onore, che ha espresso gratitudine e apprezzamento per i promotori di questo impegno lodando “capacità di visione e tenacia”. E Clelia Piperno, direttrice del progetto di traduzione, che ha rivolto un plauso al rav Di Segni e alla squadra “per aver reso comprensibile qualcosa che altrimenti sarebbe stato destinato a rimanere incompreso”.
A seguire gli interventi del rabbino capo di Firenze e quality manager del progetto, rav Gadi Piperno, che si è soffermato sulle sfide e sui limiti all’interpretazione di alcuni specifici argomenti; di rav Gianfranco Di Segni, coordinatore della traduzione, che ha sviluppato alcune riflessioni sul celebre episodio dei quattro Maestri entrati nel Pardes; del redattore capo Sandro Servi, anch’egli concentratosi su quell’episodio; e dell’editore Shulim Vogelmann, che ha parlato del progetto come di un fiore all’occhiello nella storia della Giuntina.
“Restituire il cuore della cultura ebraica ai cittadini italiani. Questa è la nostra sfida. Una sfida vinta”, ha sottolineato in conclusione Piperno.

(1 dicembre 2020)