Israele verso
l’ennesima elezione
Il destino del governo d’Israele appare oramai segnato: presto cadrà e il paese tornerà alle urne per la quarta volta in due anni. Il ministro della Difesa Benny Gantz, Premier in panchina, e il Primo ministro reggente Benjamin Netanyahu sono su posizioni sempre più inconciliabili. La spaccatura più profonda è rappresentata dalla Legge di Bilancio. Gantz vuole che sia biennale, come sancito dall’intesa di governo siglata in primavera. Netanyahu che sia un Bilancio a copertura del solo 2020, mentre per il 2021 si vedrà. Per forzare la mano dell’alleato – almeno per ora – di governo, Gantz ha annunciato che voterà a favore della mozione per lo scioglimento del parlamento presentata dalle opposizioni. Un atto soprattutto dimostrativo, diretto a spingere Netanyahu a votare un budget 2020-2021, che ha attirato l’attenzione dei media. “Secondo Gantz, Netanyahu è alla ricerca del modo per salvarsi dai suoi problemi legali e ha scelto di andare alle elezioni non approvando il bilancio dello Stato, che se non passerà entro il 23 dicembre porterà comunque allo scioglimento del Parlamento. Gantz però ha comunque contattato il primo ministro e gli ha offerto un’altra possibilità”, sottolinea il Giornale. L’offerta è il voto del citato Bilancio biennale. Netanyahu però, ricordano Foglio e Corriere, è contrario a questa soluzione perché darebbe a Gantz la possibilità di diventare Premier nel novembre 2021, come stabilito dall’intesa tra i due. Un bilancio di un anno, la tesi dei giornalisti israeliani, invece garantirebbe al leader del Likud di dare una prima copertura ai conti dello Stato, per poi far saltare l’alleanza con Gantz a inizio 2021 e tornare alle urne con un paese in grado di vaccinarsi dal virus e dalla crisi. “Molti pensano che Netanyahu voglia una nuova elezione – aggiunge il Giornale – nella speranza di mettere insieme una maggioranza per farsi votare una legge sull’immunità che gli permetta di eludere il processo per corruzione”. In ogni caso, per l’ennesima elezione israeliana è solo questione di tempo.
Piano feste e vaccini. Vietati gli spostamenti tra le regioni, anche quelle in fascia gialla, dal 20 dicembre al 6 gennaio. Confermato il coprifuoco dalle 22 alle 6. È quanto prevederà il nuovo Dpcm del Presidente Conte che dovrebbe entrare in vigore venerdì, spiega il Corriere. Oggi in ogni caso il ministro della Salute Roberto Speranza riferirà in Parlamento in merito a queste misure e al piano nazionale per la vaccinazione anti Covid.
Da Israele al Piemonte, contro il Covid-19. Un’equipe medica israeliana del Chaim Sheba Medical Center di Tel HaShomer prenderà servizio nelle prossime ore presso il Covid hospital di Verduno, in Piemonte. La missione – composta da 19 sanitari (7 medici e 12 infermieri) che presteranno gratuitamente la propria attività – è stata resa possibile dalla collaborazione tra il Piemonte e l’ambascia di Israele in Italia, raccontano sui dorsi locali Repubblica e La Stampa. “Abbiamo appreso che il Piemonte mancava di sufficiente personale medico e sanitario e ci siamo attivati per aiutarlo”, le parole dell’ambasciatore israeliano Dror Eydar.
Palestinesi senza elezioni. Come raccontava il Financial Times, il presidente palestinese Mahmoud Abbas sta bloccando le elezioni in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza. Elezioni che non si tengono dal 2006, quando a Gaza vinsero i terroristi di Hamas. “A 85 anni il leader non è disposto a rischiare un’altra sconfitta alle urne. – scrive sul Corriere Davide Frattini – Il suo lascito storico e il sistema di potere costruito attorno a lui ne uscirebbero barcollanti: il suo Fatah non riesce a mettersi d’accordo per individuare un successore. Meglio aspettare e rinviare quindi. Almeno fino all’insediamento di Joe Biden”.
“Salvate mio marito dall’Iran”. Un appello affinché ci si mobiliti per liberare lo scienziato Ahmadreza Djalali, incarcerato in Iran e condannato alla pena capitale. A farlo, la moglie Mehrannia, che a Repubblica spiega la gravità della situazione: “Hanno trasferito Ahmad nella prigione Rajal Shahr di Karaj per eseguire la sua condanna a morte. Ahmad è innocente. Chiedo alla società civile, al governo italiano di aiutarmi a liberarlo”. Da Bruxelles è arrivato l’appello del presidente del Parlamento europeo David Sassoli a Teheran: “Chiediamo un gesto di clemenza in nome della vita”. A proposito di Iran, sul Fatto Quotidiano Massimo Fini attacca ferocemente Israele per la presunta responsabilità dietro l’uccisione del capo del programma nucleare Fakhrizadeh. Invoca una denuncia contro Gerusalemme e definisce comprensibile la corsa al nucleare dell’Iran. E infine arriva a sostenere che l’Occidente tratti con i guanti Israele “grazie a un ricatto morale che si basa su uno sterminio avvenuto 75 anni fa di cui non furono certo responsabili i Paesi mediorientali”. Tesi grave, su cui è molto pericoloso soffiare.
Daniel Reichel