L’attesa per Zaki

È attesa per oggi, con una timida speranza di scarcerazione, l’udienza sul rinnovo della custodia cautelare di Patrick Zaki. Una vicenda, ricorda Carlo Verdelli sul Corriere, che ci riguarda da vicino. Al pari di quella di Giulio Regeni. L’accusa al governo italiano è di non protestare abbastanza con le autorità egiziane: “Giusto un pochino, per nove miliardi di buoni motivi: a tanto ammonta, miliardo più miliardo meno, l’interscambio commerciale di armamenti con Il Cairo”.
 
Lo scrittore Abraham B. Yehoshua, intervistato dal Fatto Quotidiano, esprime il suo parere sulla nuova crisi politica israeliana. “Se il premier avesse firmato la legge di bilancio Gantz non avrebbe reagito in questo modo, portando quasi certamente il Paese alle urne. Non firmare la legge di bilancio – afferma – è una scusa escogitata da Bibi per indurre lo scioglimento del parlamento e andare a elezioni così da impedire la rotazione al vertice del governo”. Secondo il noto intellettuale Israele rischia di andare “verso le tenebre”. 

L’Osservatore Romano, il quotidiano della Santa Sede, segnala le parole di Faisal bin Farhan Al Saud, il ministro degli Esteri saudita che nell’ambito dei Rome Med – Mediterranean Dialogues ha parlato degli Accordi di Abramo come di “un passo nella giusta direzione”. Al Saud ha anche auspicato “un accordo di pace tra israeliani e palestinesi che porti ad uno stato palestinese, con dignità e con una sovranità attuabile, che i palestinesi possano accettare”. 

Sul domenicale del Sole 24 Ore David Bidussa ricorda un fatto storico avvenuto esattamente 50 anni fa: Willy Brandt in ginocchio davanti al monumento degli eroi della rivolta del Ghetto di Varsavia. “Periodicamente – si legge – torna prepotente in Europa la domanda: ‘Chi siamo?’, o meglio ancora ‘Chi vogliamo essere?’, domanda a cui in tutti questi anni ancora non abbiamo dato una risposta forte e univoca”. Il primo a metterci definitivamente davanti a questo nodo da sciogliere, secondo Bidussa, è stato proprio il cancelliere tedesco. 

Sergio Romano, sul Corriere, dice la sua sulle nuove tensioni tra Iran, Usa e Israele: “Dietro l’attentato che ha ucciso il maggiore fisico nucleare dell’Iran vi è un disegno: evitare che il nuovo presidente americano faccia l’esatto opposto del suo predecessore”. Il riferimento è all’accordo sul nucleare, firmato da Obama ma affossato da Trump.
 
Sul Messaggero si parla del saggio Il cielo sereno e l’ombra della Shoah (ed. Viella), l’ultimo lavoro di Michele Sarfatti. Ad essere contestato all’autore “l’accanimento con cui imputa a Renzo De Felice, massimo storico del fascismo, la responsabilità di molti degli stereotipi, quei deragliamenti e quegli inciampi che hanno contribuito a minimizzare la storia dell’antisemitismo nell’Italia fascista”. 

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(6 dicembre 2020)