La parola a Yehoshua

Leggo una bella, disperata intervista del Fatto Quotidiano a A.B. Yehoshua. Davvero disperata. E mi domando quanto flebile sia ormai la voce degli intellettuali, di coloro che un tempo orientavano i pensieri e le opinioni, venivano letti, amati, anche di fronte a questa marea montante che esalta l’ignoranza, mette in dubbio le basi stesse della differenza tra vero e falso, insulta i vecchi, considera libertà fare feste. Mi auguro che in Israele la sua voce sia più ascoltata di quanto non lo siano da noi persone come lui. Forse anche perché noi uomini e donne come lui non ne abbiamo più, ci sono solo i loro epigoni sulle passerelle dei salotti televisivi.

Anna Foa, storica