Oltremare – Sciare
Passano gli anni e i decenni, e ci sono ricordi e riferimenti che non so più davvero se sono solo miei, solo della mia famiglia, solo della mia comunità torinese, o del liceo che ho frequentato e così via. Sarà la vita dell’emigrato, di quello che è andato in un altro paese e ci ha costruito su la sua vita, da un certo punto in poi. Sta di fatto che ho letto con crescente orrore il dibattito politico e economico ma anche e soprattutto sociale sulla questione della stagione sciistica in Italia: se aprire o no, cosa aprire, se permettere ai cittadini italiani di migrare temporaneamente verso le vette innevate o meno. Si capisce, qui l’invidia la fa da padrone perché in Israele abbiamo una sola vetta che si inneva per un tempo brevissimo ogni anno, e io anche volessi andarci non troverei che farci, mancando del tutto il concetto di sci di fondo, in queste nevi caduche e mediorientali. In cima al monte Hermon preferisco andare in primavera a godermi la fioritura. Ma adesso che hanno dichiarato aperti i passaggi fra le regioni italiane dello stesso colore, se gialle, immagino che si ponga di nuovo la domanda se si possa permettere agli sciatori di mettersi in file indiane ordinatissime e usare skylift e altri metodi barbarici per essere trasportati comodamente verso un non meglio definito “alto” e poi altrettanto comodamente scendere zigzagando verso il “basso” (e lo chiamano sport, mah, io la chiamo forza di gravità). Il riferimento unico e solo che ho in testa in questo frangente di libertà limitate e in continuo cambiamento, e che mi canto a ripetizione da settimane, è la canzone dei Cantacronache che finisce così: “E là in questa Italia – che al rosso dei vulcani – accosta il verde degli ippocastani – e il magico candore delle sue nevi annali – che cosa ci consentono – le autorità centrali? – La libertà più bella – potete qui trovare – è quella di sciare – sciare sciare sciaaareee!”.
Non so quali italiani potranno godersi questa immensa e candida libertà se accordata dalle autorità centrali, ma so che il primo che mi compare sulla bacheca di Facebook con sfondo bianco e vestito da sci non solo lo blocco, ma lo denuncio per vilipendio di emigrati sfortunati (che se non è già un crimine deve diventarlo al più presto). Noi qui, altro che regioni colorate e trucchi per andare a sciare. Il massimo che possiamo fare è fare il tampone, imbarcarci per Dubai, azzerare il conto in banca (chi ancora ne ha uno) e tornare infetti di covid-19.
Daniela Fubini
(14 dicembre 2020)