Otto giorni, otto lumi
Il modo di studiare la Torah

I lumi della Menorah, all’epoca del Tabernacolo e del Santuario di Gerusalemme, e i lumi della Chanukkiah ancora oggi, rappresentano la fonte dell’irradiarsi della luce della Torah in mezzo al popolo ebraico. Dalla modalità di uso della Menorah (Esodo 27:20) possiamo imparare la modalità adeguata per il raggiungimento dei buoni frutti dello studio. L’accensione della Menorah, secondo quanto scritto nella Torah, deve essere fatta con olio uscito dalla prima spremitura a mano delle olive. Questo è il modo di studiare la Torah, spremerla continuamente e con forza per farne uscire il succo. D’altronde, i maestri nel Talmud (Meghillà 6b) hanno già avvisato che “se qualcuno dicesse ho trovato (saggezza nella Torah) senza sforzo, non credergli” perché è impossibile raggiungere la saggezza della Torah senza dedizione e grande fatica. Dobbiamo considerare la Torah come “morashà”, un patrimonio che ci appartiene su cui bisogna costantemente lavorare e investire fatica e non come “yerushà”, nell’attesa passiva di una rendita ereditaria.

Rav Adolfo Locci, rabbino capo di Padova

(14 dicembre 2020)