Distillare il passato
Lo scrittore e compositore ebreo tedesco Georg Lewin detto Herwarth Walden fu tra i promotori dell’avanguardia tedesca, studiò pianoforte con Conrad Ansorge e si perfezionò a Firenze grazie a una borsa di studio della Franz-Liszt-Stiftung di Weimar; nel 1918 aderì al Partito comunista tedesco.
Nel 1932, data la diffusione di nazionalsocialismo e antisemitismo nella società tedesca, lasciò la Germania e si trasferì a Mosca con la traduttrice Ellen Bork che in seguito sposò; dal matrimonio con la Bork nacque Sina nel 1933.
La predilezione artistica di Walden per l’avanguardia suscitò sospetti da parte dell’autorità sovietica, nel 1941 fu arrestato e trasferito presso il Gulag di Saratov mentre la moglie e la figlia ripararono presso l’ambasciata tedesca e tornarono a Berlino; Walden morì nell’ottobre 1941 nel Gulag.
Il 30 settembre 1943, in pieno assedio di Leningrado, il compositore russo Mikhail Nosyrev (foto) fu arrestato durante l’allestimento di un’operetta alla quale partecipava in qualità di violinista; era accusato di agitazione controrivoluzionaria e tradimento contro la Patria, durante una perquisizione nel domicilio di Nosyrev fu ritrovato un suo diario dai contenuti anti-sovietici.
Condannato a morte per fucilazione, la pena fu commutata in 10 anni di prigionia da scontarsi presso il Gulag di Vorkuta; nel Gulag scrisse Sonatina per pianoforte, il poema sinfonico Skazka e partecipò come primo violino all’attività teatrale.
Rilasciato nel 1953 fu esiliato a Syktyvkar, nel 1958 si trasferì con sua moglie a Voronež, ivi morì nel marzo 1981; nel 1988 fu riabilitato dalla Corte Suprema dell’URSS.
Nato nel 1897, Vladimir Mikosho si diplomò in direzione d’orchestra e pianoforte a Kiev e in composizione e musicologia a Mosca; arruolato nella milizia popolare durante la Seconda Guerra Mondiale fu catturato, evase e tornò al fronte dove fu impiegato come maestro di banda.
Accusato di tradimento della madrepatria, nel 1943 fu arrestato presso Kursk e condannato a 10 anni di prigionia da scontarsi presso il Gulag di Vorkuta; ivi assunse l’incarico di compositore presso il teatro, diresse spettacoli e tenne concerti, scrisse musica e svolse attività educativa.
Dopo il rilascio, subì ulteriori cinque anni di privazione dei diritti civili; nel 1958 fu riabilitato e con la sua famiglia si trasferì a Mosca, morì nel 1991.
La musica scritta in luoghi di privazione dei diritti umani durante i peggiori momenti della Storia va ben oltre la magistrale lezione di capacità dell’uomo di mettere in gioco attitudini e ingegno creativo; essa fornisce codici di accesso al pensiero umano quale si sta plasmando sotto i nostri occhi, dispensa segnali e indizi profetici offrendoci la cifra di come agiremo nei decenni a venire.
Questa è la generazione della svedese Greta che ha smosso istituzioni internazionali a prendersi cura dei preoccupanti cambiamenti climatici, della pakistana Malala che lotta coraggiosamente per il diritto all’istruzione e ha vinto il Nobel, della 15enne scienziata statunitense Gitanjali Rao alla quale il Time ha persino dedicato la copertina quale personaggio dell’anno 2020; trattasi di cervelli e cuori molto giovani, consapevoli del loro contributo al genere umano.
Suoneremo questa musica in tutti i teatri del mondo, media e social la trasmetteranno e non soltanto nel Giorno della Memoria; vinceremo grandi sfide sociali, economiche, sanitarie e sarà questa musica a fare da colonna sonora di tante battaglie a buon fine perché, chi ha scritto musica in simili frangenti di cattività e deportazione, ha vinto per sempre.
Il futuro è fatto di passato distillato nel presente; noi siamo il presente, tocca a noi distillare il passato.
Son pronto a scommettere che nell’alambicco del distillato rimarrà la musica.
Francesco Lotoro