Spuntino
Dal buio alla luce

Le tre lettere che formano la parola MiKetz, che dà il nome alla parashà di questa settimana, riassumono gli elementi che, accumunati dallo stesso valore numerico (136), possono portare alla teshuvà (letteralmente ritorno) e favorire la salvezza. La prima lettera, Mem, sta per “Mamon” (= soldi, offerti in tzedakà), la Kof è “Kol” (= voce, intesa come preghiera) e infine la Tzadi indica “Tzom” (= digiuno, inteso come rinuncia, non riferita esclusivamente al cibo). Ketz è il termine ultimo, l’estremità. Al termine di altri due anni di galera (dodici in tutto) Giuseppe riemerge dal buio. Ogni buio, guaio, è destinato a concludersi e a lasciare spazio alla luce. Secondo il Midrash, prima della creazione del mondo c’è un cenno allegorico alle quattro diaspore del popolo ebraico (Bereshit Rabbà 2:4). In questa interpretazione il “choshekh” (buio) corrisponderebbe al giogo ellenico la cui conclusione celebriamo in questi giorni, a Chanukkà. Anche il sogno fatto dal faraone sulle sette vacche magre che hanno la meglio sulle grasse (Gen. 41:2-4), interpretato da Giuseppe, richiama il sopravvento degli èsili ebrei vittoriosi sui poderosi greci. Che tipo di arma avevano scelto i greci per cercare di annientare l’ebraismo? Una legislazione imposta che prevedeva il divieto di osservare il sabato, il capomese (da cui dipendono festività e ricorrenze) e la circoncisione (Meghillà di Antioco 7-11). Qual è la condizione necessaria alla sopravvivenza del popolo ebraico? Giuseppe raccomanda ai fratelli: “fate ‘questo’ e vivrete” (Gen. 42:18). Le lettere di “zot” (= questo) indicano, rispettivamente: Zan il 7 e cioé il sabato; Alef l’1 e cioè il capomese; Tav l’integrità (“tmimùt”), rappresentata dal brit milà (la circoncisione è un “chotam” = sigillo, parola composta dalla lettera “chet,” che vale otto, e dalla parola “tam” = integro) che si esegue l’ottavo giorno di vita di un bambino. I greci avevano capito dove colpire, esattamente nei tre baluardi dell’ebraismo che Giuseppe aveva indicato ai suoi fratelli.

Raphael Barki

(17 dicembre 2020)