Lumi in video

Chanukkà non ha le limitazioni dello Shabbat e dei giorni di festa solenne. E dunque se nelle altre ricorrenze da quando è iniziata la pandemia le videoconferenze erano una risorsa a cui ricorrevano i non religiosi senza pubblicizzarla troppo, questa volta è stato tutto alla luce del sole, anzi, delle candeline: eventi ufficiali, organizzati dall’UCEI e dalle Comunità, riunioni e serate di gruppi vari, incontri virtuali tra parenti e amici.
La Chanukkià dovrebbe essere collocata in modo da essere visibile dall’esterno della casa. Di questi tempi il nostro contatto con l’esterno, la nostra finestra sul mondo, sono gli schermi dei nostri computer, tablet e smartphone. E dunque l’unica occasione di mostrare la Chanukkià accesa al mondo esterno passa inevitabilmente attraverso uno schermo. In verità per chi, come me, vive ai piani alti, la possibilità di mostrare al mondo la propria Chanukkià accesa non c’è mai stata nemmeno negli anni scorsi e, anzi, quest’anno l’abitudine alle videoconferenze ci ha facilitati compensando in parte l’impossibilità di riunirsi materialmente in gruppi numerosi. In parte, naturalmente: se non ci fosse proprio nessuna differenza tra uno schermo e la realtà nessuno andrebbe mai a teatro o a concerti. Ma è sempre meglio una videoconferenza che starsene chiusi in casa senza poter comunicare con nessuno.
Mi scopro a domandarmi (confesso la mia ignoranza) se esista un’halakhà che regoli l’accensione della Chanukkià in un contesto di frequenti collegamenti video o se, comunque, qualcuno si sia posto il problema: quando ci connettiamo siamo tenuti a posizionare la telecamera in modo che i nostri interlocutori vedano la nostra Chanukkià? Ma per fare questo ci toccherebbe darle le spalle, oppure sperimentare strane combinazioni di spazi (ci ho provato, non so bene con quali risultati). E siamo tenuti ad accendere la Chanukkià appena possibile o è lecito ritardare l’accensione di un’oretta o due pur di poterla fare in collegamento con altri? Ed è meglio accenderla in diretta o mostrarla già accesa?
Naturalmente sono domande che si collocano in un contesto più ampio. In generale questa situazione ci ha portati ad abbattere le barriere tra l’interno e l’esterno, il pubblico e il privato, il lavoro e il tempo libero. E a volte le nostre abitudini di decenni si rovesciano: ci vestiamo bene (almeno dalla cintola in su) quando dobbiamo restare a casa e indossiamo abiti più casual per uscire (che gran parte delle volte significa andare a fare la spesa). Sarà comunque necessario costruire nuove barriere, garantire spazi di autentica privacy e autentico distacco dal lavoro. E in questi spazi non saprei dire quale posto dovrebbe trovare una Chanukkià.
Nel frattempo le luci che brillano nelle case altrui mentre brillano nella nostra ci danno conforto e speranza, e di questi tempi abbiamo molto bisogno di entrambi.

Anna Segre