Nedo Fiano (1925-2020)

Ci ha lasciati Nedo Fiano, uno degli ultimi Testimoni italiani della Shoah.
Nato a Firenze nel 1925, da tempo residente a Milano, è stato uno dei primi sopravvissuti a confrontarsi sulla sua drammatica esperienza in pubblico. Ad aprire percorsi nuovi d’incontro e racconto con le nuove generazioni.
Unico della sua famiglia a sopravvivere all’inferno del lager, Fiano era stato catturato da un fascista in borghese nella fiorentina Via Cavour, rinchiuso nelle carceri cittadine e poi, dopo l’internamento a Fossoli, destinato prima ad Auschwitz e poi a Buchenwald. Straziante l’ultimo abbraccio alla madre, sulla banchina del lager. Un abbraccio segnato dalla consapevolezza che mai più si sarebbero rivisti.
“Ciò che ha connotato tutta la mia vita – avrebbe in seguito raccontato – è stata la mia deportazione nei campi di sterminio nazisti. Con me ad Auschwitz finì tutta la mia famiglia, vennero sterminati tutti. A diciotto anni sono rimasto orfano e quest’esperienza così devastante ha fatto di me un uomo diverso, un testimone per tutta la vita”.
Lacerazioni incurabili, ma anche la forza di costruire e ricostruirsi una vita insieme all’amata Rina Lattes, la compagna di scuola ritrovata dopo la Shoah, assieme alla quale avrebbe messo al mondo i tre figli Enzo, Andrea ed Emanuele.
Tra i vari riconoscimenti Fiano ottenne nel 2008 l’Ambrogino d’Oro, la massima onorificenza milanese. “La sua – si sottolineava nella motivazione – è una memoria che diventa storia e monito per le nuove generazioni affinché l’oblio e il silenzio non prevalgano”. E anche perché il ricordo di quei fatti atroci “sia di sostegno ad una convivenza civile rispettosa di ogni uomo”. Fu in seguito insignito anche del Fiorino d’oro, il più alto riconoscimento della sua Firenze.
Fra i testimoni del film-documentario Memoria, Fiano è stato consulente di Benigni per il film La vita è bella e ha raccolto la sua testimonianza anche in uno struggente libro di memorie: A 5405. Il coraggio di vivere, dal numero che gli fu tatuato sul braccio all’arrivo ad Auschwitz. Molte le reazioni alla sua scomparsa. La Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni dichiara, anche a nome di tutto il Consiglio UCEI: “La scomparsa di Nedo Fiano lascia un vuoto profondo. Ricordo un Testimone ma anche un uomo straordinario, amante della vita nonostante la terribile esperienza vissuta nel lager. Il 20enne Nedo fu l’unico della sua famiglia a fare ritorno. Con la disperazione negli occhi, ma anche la voglia di costruire e ricostruire insieme all’amata Rina, la compagna di scuola ritrovata e insieme alla quale avrebbe messo al mondo tre figli – Enzo, Andrea ed Emanuele – cui tutti ci stringiamo con affetto in questo momento di immenso dolore. La sua lucida testimonianza, il suo incrollabile impegno civile e di Memoria, resteranno un segno indelebile nelle generazioni. Sia il suo ricordo di benedizione”.
Così David Sassoli, il presidente del Parlamento europeo: “Un pensiero di forte affetto e vicinanza a Emanuele Fiano e alla famiglia per la scomparsa di Nedo Fiano, prezioso testimone degli orrori della Shoah, scrittore raffinatissimo, uomo mite, gentile, tenace, di intransigente, cristallino valore. Il regno dei Giusti è la sua dimora”.
Dichiara Emanuele, il più giovane dei figli: “Ci rimarranno per sempre le sue parole e il suo insegnamento, il suo ottimismo e la sua voglia di vivere. Non avrò mai io la forza che ebbe lui e che lo fece risalire dall’abisso, ma da lui ho imparato che per le battaglie di vita e contro ogni odio bisogna combattere sempre. Questo ci ha insegnato la memoria che lui ha contribuito a diffondere. Sia lieve a papà la terra che lo accoglie e sempre su di noi la sua mano ci protegga”.

(19 dicembre 2020)