Definizione Ihra,
ottime notizie

Il Consiglio UE ha emanato il 2 Dicembre 2020 una dichiarazione sulla lotta all’antisemitismo mediante l’adozione di specifiche politiche, dove si asserisce che il ricorso coerente alla definizione operativa legalmente non vincolante di antisemitismo dell’Alleanza Internazionale per il Ricordo dell’Olocausto (IHRA) per identificare degli indicatori di pregiudizio può aiutare le agenzie governative e le organizzazioni non governative a rispondere in modo più sensibile e ad identificare e rivolgersi in modo più affidabile all’antisemitismo. Prende atto con favore del fatto che diciotto Stati membri abbiano dato seguito alla dichiarazione del Consiglio del 6 dicembre 2018 approvando la definizione operativa IHRA come utile guida nell’educazione e nella preparazione; gli Stati membri che non lo avessero fatto sono invitati a farlo quanto prima.
Risulta, quindi, che il Consiglio dell’Unione europea, dopo il Parlamento europeo, aderisce alla definizione IHRA di antisemitismo, ricorre al termine “endorse” (approvare pubblicamente), afferma che diciotto Stati membri l’hanno fatta loro, invita gli altri Stati UE a fare altrettanto e considera che la definizione IHRA sia la base per l’elaborazione di indicatori di pregiudizio implicando che gli indicatori non sostituiscono né tale definizione né gli esempi, bensì ne costituiscono l’emanazione.
Dal canto loro, il Bundestag tedesco e l’Assemblée Nationale francese hanno usato il verbo “approvare” per la definizione IHRA di antisemitismo, in particolare, la Francia avrebbe potuto ricorrere al termine “accueillir” (accogliere) cosa che si è ben guardata dal fare. Il Regno Unito ha usato il termine “to adopt”. Il 3 Ottobre 2020, inoltre, l’Organizzazione degli Stati Americani assieme al Simon Wiesenthal Center, hanno invitato gli Stati americani che non l’avessero ancora fatto, ad adottare la suddetta definizione IHRA. Se a questo unanime consenso si aggiungono le buone notizie riguardanti l’estensione dei Patti d’Abramo ad un numero sempre maggiore di Stati mediorientali, ne scaturiscono delle ottime notizie per gli amanti della pace e della civile convivenza.

Emanuele Calò, giurista