Il giorno del Vaccino

Parte oggi la vaccinazione contro il Covid-19 in tutta Europa. In Italia sono arrivate le prime 9.750 dosi, pronte per essere somministrate a operatori sanitari, personale e ospiti delle Rsa, le due categorie prioritarie individuate dal governo. Tra le prime ad essere simbolicamente vaccinate, quattro donne: l’infermiera dello Spallanzani di Roma Claudia Alivernini; l’operatrice socio-sanitaria Adele Gelfo e l’addetta alle pulizie Grazia Presta del Niguarda di Milano; Annalisa Malara, l’anestesista che ha scoperto il paziente uno, Mattia, all’ospedale di Codogno (Ansa).

La corsa alla vaccinazione. Stati Uniti, Russia, Cina, Israele, Gran Bretagna. Sono alcuni dei paesi dove la vaccinazione anti-covid è già partita da tempo. Su Repubblica Federico Rampini evidenzia come gli Usa siano al momento primi rispetto al numero di vaccini somministrati, davanti alla Cina e come, anche su questo fronte, la sfida tra le due superpotenze abbia un’importanza fondamentale. “Arrivare in ritardo significa rischiare vite umane, ma anche danni economici più pesanti di quelli già sofferti”, sottolinea Rampini, e gli Stati Uniti non possono permetterselo viste le proiezioni che danno la Cina superare nel 2028 l’economia Usa. Nella classifica dei paesi avanti nella vaccinazione, Rampini ricorda come al quinto posto ci sia Israele. Sul tema vaccini si sofferma anche il direttore di Repubblica Maurizio Molinari, evidenziando come in questo caso si sia dimostrata più efficace la risposta della scienza europea e americana rispetto a quella cinese e russa.
“Le biotecnologie – scrive Molinari – mancano a Cina e Russia perché si generano da una miriade di società in competizione fra loro ovvero un modello di ricerca che distingue le democrazie avanzate mentre contrasta con l’accentramento della ricerca in grandi conglomerati pubblici”. Da qui il successo di Usa ed Europa.

Le donne del 2020. Dalla cancelliera Angela Merkel alla virologa Roberta Capua, dall’attrice israeliana Shira Hass al Premio Nobel per la Letteratura Louise Glück. Sono alcune delle 104 donne che secondo il Corriere della Sera hanno lasciato un segno significativo su questo 2020. Tra le personalità di questa particolare classifica al femminile, la presidente UCEI Noemi Di Segni e la presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello. Viene inoltre ricordata l’attrice Franca Valeri, scomparsa lo scorso agosto.

La nostalgia di Alain Finkielkraut. “C’è una spiacevole tendenza a stigmatizzare la nostalgia. Non si accetta che qualcuno osi dire era meglio prima. Ma possiamo davvero negare che fosse meglio prima? Abbiamo visto sotto i nostri occhi aumentare l’insicurezza, imbruttirsi il mondo, degradarsi il sistema educativo… Abbiamo creduto che la diversità culturale avrebbe reso ii mondo migliore e invece cosa abbiamo ottenuto? Oggi a Malmo, la terza città svedese non c’è più un solo ebreo. La città è judenrein, come dicevano i nazisti. Ecco, io rivendico il diritto di essere nostalgico di un mondo in cui questo era divenuto impensabile”. È una delle risposte del filosofo francese Alain Finkielkraut al quotidiano Domani rispetto al suo sguardo sul presente. Nell’intervista, si parla molto del problema dell’integrazione, di Islam radicale e libertà di espressione.

La spia Blake. Diversi quotidiani ricordano la figura di George Blake, spia britannica che passò dalla parte dell’Unione Sovietica. A 98 anni Blake è morto a Mosca, dove era fuggito dopo una condanna in Gran Bretagna a 42 anni di prigione per tradimento. “Era nato in Olanda, – racconta La Stampa – figlio di un ebreo turco che di cognome faceva Behar, un eroe della Prima guerra mondiale. Ispirato dal padre, il giovane George si fece onore nella Seconda, come portaordini dei partigiani. Catturato e rilasciato, fuggì attraverso Belgio, Francia, Spagna e Gibilterra per raggiungere la madre a Londra, che nel frattempo aveva cambiato il cognome in Blake. Si era arruolato nella Royal Navy, dove l’MI6 cercava i suoi agenti”. Finito il conflitto, dopo aver spiato i sovietici nella Germania dell’Est e aver imparato il russo a Cambridge, Blake venne inviato in Corea del Sud. Qui si avvicinò al comunismo, per poi decidere di passare dalla parte dei sovietici.

Ingiustizia per Daniel Pearl. Ahmed Omar Saeed Sheik, accusato di essere tra gli assassini del reporter americano del Wall Street Journal Daniel Pearl, è stato assolto ad aprile e, racconta Repubblica ricostruendo la vicenda, sta per tornare in libertà. La famiglia Pearl ha presentato ricorso e chiesto che resti in carcere. “Da tempo – spiega Repubblica – il padre di Pearl temeva un rilascio di Sheikh”, una decisione ritenuta un modo per motivare “i militanti in tutto il mondo a sentirsi liberi di giocare impunemente con le vite umane”.

Segnalibro. Nelle pagine del Domenicale del Sole 24 Ore diversi gli spunti legati al mondo ebraico: dal saggio Il mestiere dell’ombra. Tradurre letteratura (Edizioni Henry Beyle), autobiografia di Renata Colorni; a L’allodola (Salani) di Giovanna Ginex e Rosangela Percoco, vita romanzata della direttrice di Brera Fernanda Wittgens, che si impegnò per salvare la vita agli ebrei a Milano durante le persecuzioni. Sull’inserto del Foglio, Nadia Terranova analizza il saggio di Silvia Federici, Caccia alle streghe, guerra alle donne (Nero edizioni), e cita tra le altre “Lina Schwarz, poetessa e traduttrice ebrea che dall’Italia dovette fuggire in Svizzera in seguito alle leggi razziali: un’altra storia di rogo e persecuzione”.

Daniel Reichel