Regaliamo libri

Un tempo, nel Bar Mitzvah – quando il mondo era agli albori e nessuno si sarebbe mai permesso di volgere in dubbio il tepore delle caverne, la funzionalità del perizoma e la convenienza di spingere gli oggetti anziché, trascinati dal consumismo, vivere nelle case, indossare dei vestiti e servirsi delle ruote – si ricorreva al barbaro costume, politicamente e moralmente squalificante, di regalare dei libri, senza badare alle conseguenze: e se qualcuno li avesse letti?
Nei primissimi anni Sessanta, si regalavano la Storia degli Ebrei, la Bibbia, Exodus, Il Vicario, cosicché quegli incoscienti donanti fabbricavano, letteralmente, dei sionisti, dei pro israeliani, insomma, dei fascistoni.
Per fortuna, a nessuno passa per la mente di ripetere tali errori, e così abbiamo allevato generazioni di persone che si guardano bene dal leggere, capendo che un conto è comperare libri, altro è leggerli. Se colti in flagranza di lettura, possono sempre invocare la modica quantità per uso personale oppure rispondere: ”smetto quando voglio”, anche se chi non legge si mette nelle mani degli altri, insomma, smarrisce la sua autonomia. E se riprendessimo a regalare libri a chi fa il Bar Mitzvah?
Fingiamo, per un momento, di credere che abbia ragione Paul Johnson quando dice che gli ebrei abbiano un gran senso della storia. Per tutti ma, in particolar modo per gli ebrei libici o con ascendenti libici, consiglierei questo volume da regalare ai giovani: Jacques Roumani, David Meghnagi, Judith Roumani, (a cura di) Libia Ebraica – Memoria e Identità, Collana di Studi Ebraici XLV, Salomone Belforte & C., Livorno, 2020.
In questo volume potranno trovare questi capitoli: David Meghnagi, Ebrei di Libia tra Storia e Memoria, Harvey E. Goldberg, Gli ebrei di Libia durante la Seconda Guerra Mondiale e le sommosse antiebraiche del 1945, id, Tradizione e modernità. Dal dominio ottomano (1835-1911) all’incontro con l’Italia (1900 ad oggi); Shimon Applebaum, La rivolta ebraica contro i Romani in Cirenaica, 115-117 d.c. Prove archeologiche, cause e andamento della rivolta; Maurice M. Roumani, Ebrei libici nel periodo islamico e ottomano, Sumikazu Yoda, Il giudeo-arabo libico. il dialetto arabo e il giudeo-arabo degli ebrei di Tripoli, Jack Arbib, Un panorama evanescente. Uno sguardo retrospettivo al Topos degli Ebrei libici, Hamos Guetta, Mafrum, Haraimi, Tebiha, Bsisa e altre specialità gastronomiche. Gusti, simboli e significati, Gheula Canarutto Nemni, Judith Roumani, Donne ebree libiche di oggi in Italia e Israele; Liliana Picciotto, La deportazione di ebrei mediterranei dall’Italia a Bergen Belsen; Judith Roumani, Benghazi-Bergen Belsen: il romanzo di Yossi Sucary nel contesto della letteratura ebraica nordafricana dell’Olocausto; Rachel Simon, Le donne ebree di Libia. Un’avanguardia marginalizzata alla fine del XIX e inizio del XX secolo; Viviene Roumani – Denn, Vite interrotte. Interviste con ebrei libici.
Poiché gli ebrei dei Paesi arabi sono stati qualificati come meno aperti, meno moderni e meno riflessivi (in Israele è successo, ma non sono certo che insistano) forse sarebbe il caso di leggerlo e, volendo, di farne dono a chi sostiene queste opinioni.

Emanuele Calò, giurista

(29 dicembre 2020)