Da Israele all’antisemitismo,
il dibattito in Georgia
tiene accesa l’attenzione

Israele, antisemitismo e identità ebraica sono stati alcuni dei temi al centro della campagna elettorale per i due seggi al Senato americano in palio in Georgia. Seggi che saranno decisivi per delineare il futuro degli Usa: una doppia vittoria democratica permetterebbe al presidente eletto Joe Biden di avere la maggioranza in entrambe le camere e agire con il favore del Congresso. Un risultato differente – considerato più probabile dai sondaggisti – permetterebbe invece ai repubblicani di mantenere un significativo controllo sulle politiche del prossimo presidente Usa. Da qui la grande attenzione sui risultati in Georgia, al centro come noto di un terremoto politico legato al presidente in carica Donald Trump. In una telefonata – di cui il Washington Post ha diffuso la registrazione – al segretario di Stato della Georgia, Brad Raffensperger, Trump ha chiesto e fatto pressione per far cambiare i risultati elettorali di novembre e dare a lui, invece che a Biden, la vittoria nello Stato. Diversi giuristi intervistati dal Washington Post hanno definito la telefonata “un flagrante abuso di potere e un potenziale atto criminale”. E mentre il dibattito infuria, Trump si prepara all’ultimo comizio proprio in Georgia, a Dalton, per sostenere i due candidati repubblicani David Perdue e Kelly Loeffler. Il primo sfiderà Jon Ossoff, trentatreenne ebreo, considerato una giovane promessa tra i democratici e da tempo impegnato nelle campagne per i diritti civili. “Io discendo da immigrati ashkenaziti fuggiti dai pogrom all’inizio del XX secolo, e sono cresciuto tra parenti sopravvissuti alla Shoah – ha dichiarato Ossoff in un’intervista ad Haaretz – Così la mia educazione ebraica mi ha instillato la convinzione di lottare per gli emarginati e gli oppressi, e anche di essere vigile dove c’è il rischio che possa emergere l’autoritarismo”. Con poca esperienza politica alle spalle, Ossoff ha puntato la sua campagna elettorale sull’idea di cambiamento e dipinto l’avversario Perdue come un finanziere senza scrupoli e lontano dagli interessi della gente. Per parte sua, Perdue ha per lo più ignorato Ossoff, tanto da lasciarlo solo sul palco in occasione di un dibattito televisivo. Il candidato repubblicano ha infatti deciso di non presentarsi. In estate il suo entourage ha però fatto un significativo passo falso nei confronti dell’avversario democratico: i responsabili della campagna elettorale di Perdue hanno usato un’immagine di Ossoff con il naso ingrandito artificialmente. “Una classica caricatura antisemita”, sottolineava il giornale ebraico Forward, primo a notare l’immagine. Proprio la denuncia del Forward aveva portato all’immediata rimozione dell’immagine. Da allora Perdue e i suoi hanno spinto soprattutto ad attaccare l’altro candidato democratico, Raphael Warnock, sfidante di Kelly Loeffler. Sia Perdue che Loeffler hanno più volte ricordato come Warnock, pastore battista, abbia aspramente criticato l’esercito israeliano in un suo sermone del 2018 dopo uno scontro avvenuto sul confine con Gaza. Warnock non ha smentito, ma ha aggiunto di capire anche il pericolo che Hamas costituisce per la popolazione israeliana. E ha aggiunto di essere inequivocabilmente contrario al movimento di boicottaggio d’Israele (Bds). Un chiarimento che dimostra quanto una questione delicata come Israele possa far perdere consensi, negli Stati Uniti, anche in un’elezione più circoscritta come quella al Senato in Georgia. La spiegazione di Warnock non hanno però convinto Melissa Langsam Braunstein, ex speechwriter del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti. In un articolo sempre sul Forward, Braunstein sostiene che il voto ebraico in Georgia dovrebbe andare a Perdue e Loeffler perché altrimenti il Senato potrebbe diventare meno favorevole a Israele (e così tutta la politica Usa, la tesi di Braunstein). Al contrario, la storica Deborah Lipstadt, ancora sul Forward, sostiene che gli ebrei del Sud non hanno altra scelta che votare Ossoff e Warnock. Oltre a difendere esplicitamente il secondo (“Warnock – scrive la storica – ha una lunga storia di buoni rapporti con la comunità ebraica di Atlanta. È vicino ad alcuni dei rabbini di lungo corso della comunità, tra cui strenui sostenitori di Israele; uno di loro ha accompagnato personalmente Warnock all’AIPAC”), Lipstadt ricorda alcuni passi falsi della senatrice Loeffler. “Trovo curioso, se non folle, che molte persone non sembrino preoccupate per il modo in cui la senatrice Loeffler ha fatto causa comune con persone direttamente associate a QAnon, un gruppo di cospirazionisti di destra che spaccia, apertamente e segretamente, teorie complottiste e antisemite”. Loeffler è stata apertamente sostenuta dalla controversa deputata Marjory Taylor Greene, eletta proprio in Georgia e che non ha mai fatto mistero dei suoi legami con Qanon. Da qui – e dalla mancata denuncia di QAnon da parte di Loeffler – l’appello di Lipstadt a votare per i democratici.