“Troppo lenti sui vaccini”

Indice Rt e positivi in risalita, campagna di vaccinazione a rilento. Sono giorni non semplici nella lotta al Covid.
Intervistata dal Corriere, la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa sottolinea: “Lo dicono i numeri che c’è da accelerare, oggi il contatore è su 109mila prime dosi somministrate, e quelle ricevute dall’azienda Pfizer sono circa 470mila”. Un gap da colmare al più presto: “Non dico di fare come Israele, però c’è una tabella da rispettare e quella tabella indica che entro aprile dovremmo aver immunizzato 10-13 milioni di persone”. 
Tra i temi caldi affrontati sui quotidiani c’è poi, oltre alla crisi interna alla maggioranza di governo, l’imminente riapertura delle scuole. Tra le deroghe previste il Corriere segnala quella della Regione Lazio, con le lezioni al sabato dalle quali risultano esonerate “le classi con studenti di religione ebraica”. 

Ancora elogi al modello Israele. Silvio Berlusconi, in una lettera al Giornale, enfatizza un dato: oltre un milione di persone vaccinate in 13 giorni. “Un’altra ragione per ammirare lo Stato ebraico, al quale da sempre sono legato da affetto e amicizia”, scrive l’ex Presidente del Consiglio. Al tempo stesso, osserva, un dato che induce ad amare riflessioni “su quello che sta accadendo in Italia”. 
I numeri di Israele sono portati a confronto con quelli italiani anche dallo scrittore Antonio Scurati, che sul Corriere firma un intervento dal titolo “Le risposte che pretendiamo”. 
Di modello da imitare parla anche Ruth Dureghello, la presidente della Comunità ebraica di Roma, in una nota segnalata da alcuni quotidiani

In America attenzione puntata sulla Georgia, che tra qualche ora tornerà al voto per eleggere i due senatori che la rappresenteranno a Washington. In lizza per i dem anche un vero e proprio astro nascente della politica, il 33enne Jon Ossoff. Repubblica ne riporta le parole: “Io sono la prova di quanto è cambiata la Georgia, visto che a rappresentare il partito democratico qui siamo un predicatore nero e il giovane figlio d’immigrati ebrei”. 

Il Foglio traduce un articolo del Jerusalem Post dedicato al numero di aliyot compiute nel 2020. Oltre ventimila secondo i dati forniti dall’Agenzia Ebraica. Si legge al riguardo: “Che sia perché la situazione economica globale è così grama a causa della pandemia di Covid-19 o perché Israele è diventato un’alternativa davvero allettante per gli ebrei del mondo, le cifre sono impressionanti. 

Su Domani appare invece un intervento di altro tenore. Per l’editorialista Paul Gross in Israele sarebbe a forte rischio la tenuta della “democrazia liberale”.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(4 gennaio 2020)