Georgia, Ossoff vede la vittoria
ma la partita resta aperta

“Too close to call”. Una locuzione che ha spesso contraddistinto lo spoglio delle recenti elezioni presidenziali americane, decise in molti stati per un numero davvero minimo di preferenze.
“Too close to call” è anche uno dei due ballottaggi sul quale si sono espressi gli elettori della Georgia. Un voto che nasce locale ma che, come noto, avrà profonde ripercussioni anche sugli anni di presidenza Biden. 
I democratici sembrano avviati verso una storica doppietta. Non ci sono ormai più dubbi sulla vittoria del pastore battista Raphael Warnock, ormai irraggiungibile per il rivale repubblicano Kelly Loeffler. Ancora da assegnare invece la sfida che vede al momento in testa Jon Ossoff (nell’immagine), giovanissimo astro nascente della politica americana.
Trentatré anni, ebreo, protagonista di alcune battaglie per la difesa dei diritti civili, con il 98% delle sezioni scrutinate è accreditato di un lieve vantaggio sul repubblicano David Perdue. Ossoff conduce infatti con il 50,19% dei voti. Perdue insegue con il 49,81%. A separarli appena 16mila preferenze. Una sfida che tiene il Paese con il fiato sospeso.
“La mia educazione ebraica – ha raccontato il volto nuovo dei dem in una recente intervista – mi ha instillato la convinzione di lottare per gli emarginati e gli oppressi, e anche di essere vigile dove c’è il rischio che possa emergere l’autoritarismo”. 
Un suo successo toglierebbe certo molte castagne dal fuoco al presidente entrante.
(6 gennaio 2021)