Sheldon Adelson (1933-2021)

Uno degli uomini più influenti del mondo conservatore americano e israeliano. Magnate dei casinò e proprietario di mezzi di comunicazione negli Stati Uniti e in Israele, Sheldon Adelson ha lasciato un segno profondo nella politica di entrambi i paesi. Senza esitazioni ha sostenuto con forza i candidati repubblicani negli Usa e la destra di Benjamin Netanyahu in Israele, mettendo a disposizione conoscenze, denaro e media. Un “patriota americano”, “forte sostenitore di Israele” e “generoso benefattore di cause filantropiche, in particolare della ricerca medica e dell’educazione alla tradizione ebraica”, le parole di commiato dedicate ad Adelson – scomparso in queste ore all’età di 87 anni – dall’ex Presidente degli Stati Uniti George W. Bush.
Nato ill 4 agosto 1933 a Dorchester, Boston, Adelson ha raccontato di essere cresciuto in condizioni di povertà. I genitori, Arthur, un tassista ebreo lituano, e Sarah, una sarta del Galles, non potevano permettersi che un monolocale da condividere assieme ai tre figli. “Eravamo così poveri che non potevamo permetterci che stracci”, racconterà Adelson in un’intervista. A 12 anni prenderà in prestito 200 dollari da uno zio per comprare una licenza per vendere giornali per strada. Sarà la prima iniziativa economica, di un giovane duro e intraprendete, che in età adulta diventerà uno degli uomini più ricchi degli Stati Uniti. “Per me gli affari sono come gli autobus. Ti metti all’angolo e non ti piace dove va il primo autobus? Aspetta 10 minuti e prendine un altro. Non ti piace quello? Continueranno ad arrivare. Non c’è fine agli autobus e agli affari”.
Amico personale di Donald Trump, è stato tra i suoi primi sostenitori, affermando che un uomo fuori dalla politica e capace di condurre gli affari sarebbe stato utile al paese. In queste ultime settimane, attraverso uno dei suoi giornali si era però allontanato da Trump, chiedendo al presidente in carica di riconoscere la sconfitta elettorale e smettere di parlare di presunti e mai dimostrati brogli.
Dipinto come uno squalo degli affari, il New York Times scrive che “la sua società ha dovuto affrontare cause legali, indagini e accuse di corruzione di funzionari cinesi e americani e di tollerare le prostitute e la mafia. Adelson ha negato le accuse e non è stato personalmente coinvolto. Né la sua società è stata condannata per reati gravi, anche se nel 2013 ha pagato una multa di 47 milioni di dollari per evitare accuse penali in un’indagine per riciclaggio di denaro sporco”.
Dopo la pandemia di coronavirus che ha costretto i casinò del Nevada a chiudere i battenti nel marzo 2020, racconta invece il Las Vegas Review Journal, Adelson ha continuato a fornire gli stipendi a tutti i 10.000 dipendenti della sua Sands Corp. di Las Vegas e ai 1.200 dipendenti che lavorano nei suoi 14 ristoranti. “Come figlio di genitori immigrati, laboriosi e con un reddito basso, sono cresciuto con la stessa ansia che le persone in tutta la nazione stanno provando in questo momento”, aveva scritto lui stesso sul New York Post in merito alla decisione di continuare a pagare i propri dipendenti. “Ricordo una delle lezioni più importanti che ho imparato da mio padre. Tornava a casa dal lavoro – quando riusciva a trovare un lavoro – e metteva gli spiccioli nella pushke di famiglia (dall’yiddish, cassetta in cui la famiglia metteva i soldi da donare ai bisognosi). Quando gli chiedevo perché avrebbe dato ad altri quando noi avevamo così poco, diceva: ‘C’è sempre qualcuno che ha più bisogno di noi’”.
Rispetto alla politica israeliana, è stato sin dagli albori un sostenitore di Benjamin Netanyahu, finanziando la sua prima campagna elettorale nel 1996 e proseguendo negli anni successivi. Nel 2007 ha fondato il quotidiano gratuito Israel Hayom, fortemente schierato a favore di Netanyahu, tanto da essere definito ironicamente dal politico Avigdor Lieberman (quando ancora era al fianco del leader del Likud) la sua pravda. Rispetto alle sue posizioni ideologiche e politiche, Adelson si è detto contrario a uno Stato palestinese ed ha sostenuto economicamente la costruzione di nuovi insediamenti israeliani in Cisgiordania.
“Molti tra il popolo ebraico, lo Stato di Israele e in tutto il mondo, condividono questo pesante lutto” per la scomparsa di “uno dei più grandi benefattori della storia per il popolo ebraico, il sionismo, gli insediamenti e lo Stato di Israele”, ha scritto Netanyahu, esprimendo alla famiglia le proprie condoglianze. Il Primo ministro israeliano ha poi applaudito i “grandi sforzi di Adelson per rafforzare la posizione di Israele negli Stati Uniti e per rafforzare il legame tra Israele e la diaspora, che sarà ricordato per generazioni”.

dr